PILLOLA – News Salute Anno 6 n.° 08 (Approfondimenti professionali per la categoria) AGOSTO 2021
a cura del collega dr. Maurizio De Stefani
di *TUTTI i FARMACISTI* NeTworK info-salute Gruppo per tutti i colleghi Farmacisti su Facebook
PREVENZIONE E SALUTE EPISTASSI: come comportarsi in caso di perdita di sangue dal naso
Con il termine epistassi in ambito medico si indica la perdita di sangue dal naso. Ne abbiamo parlato con il dottor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra e chirurgo cervico-facciale in Humanitas, che ci ha indicato come intervenire nel caso di sanguinamento e spiegato come capire quando è necessario un intervento medico. Cosa causa l’epistassi? In relazione all’età del paziente le cause di sanguinamento nasale possono essere differenti.
ln età prescolare e scolare la fragilità capillare – diatesi emorragica infantile – espone a ripetitive perdite di sangue dal naso. La prolungata esposizione al caldo oppure il cambiamento dello stato di umidificazione dell’ambiente nasale possono essere fattori scatenanti. Nella seconda metà della nostra vita, la frequente assunzione di farmaci anti-aggreganti (come i derivati dell’acetilsalicilico) o anticoagulanti, favoriscono abbondanti perdite ematiche dalle fosse nasali in caso di mucosa nasale screpolata o presenza di piccole varici aperte. Quando è necessario consultare il medico? Mai sottovalutare un problema quando si manifesta in modo ricorrente, quindi epistassi ripetitive meritano un consulto specialistico. La visita otorinolaringoiatrica non può prescindere dalla valutazione endoscopia delle alte vie aereodigestive.
L’esplorazione delle fosse nasali, dell’interfaccia anatomico fra seni paranasali e naso, della rinofaringe, cavo orale, oro/ipofaringe e laringe consente di escludere presenza lesioni sanguinanti, banalmente riferibili a varici settali, più raramente a neoformazioni benigne o maligne. Cosa fare in caso di epistassi? Alcuni piccoli suggerimenti possono aiutare a controllare il sanguinamento. Liberare le fosse nasali così da espellere l’eventuale presenza di coaguli è la prima manovra da eseguire. Stringere energicamente fra pollice e indice le narici così da bloccare la fuoriuscita di sangue e favorire l’emostasi quando presente una varice a livello della porzione anteriore delle fosse nasali – lucus Valsalvae. Mantenere la testa in avanti, per evitare che il sangue refluisca nelle basse vie digestive. A livello gastrico il sangue concorre nell’insorgenza di nausea e vomito e se espulso quando ormai parzialmente digerito spaventa il paziente. Nel caso in cui il sanguinamento non si dovesse fermare, o in casi di prima insorgenza di un episodio di sanguinamento nasale è buona norma rivolgersi a un Pronto Soccorso. “Nella grande maggioranza dei casi l’epistassi non espone il paziente a un rischio sanitario immediato. Benché possano apparire abbondanti, infatti, le perdite ematiche dal naso non modificano quasi mai i valori di emoglobina. Tuttavia, è bene ricordare che il sanguinamento ripetitivo, abbondante e monolaterale, magari associato a ostruzione respiratoria nasale monolaterale, può correlarsi a neoformazioni benigne o maligne delle fosse nasali. Il consulto specialistico non deve essere trascurato e ritardato.
In ultimo ricordiamo una malattia rara e peculiare, la Sindrome di Rendu Osler Weber – o Teleangectasia Emorragica Ereditaria, che si caratterizza oltre che per l’alta incidenza in numerosi individui nel gruppo familiare, per la presenza a livello encefalico, polmonare, cardiaco, epatico, cutaneo e della mucosa di cavo orale e del naso di shunt artero-venosi (telangectasie). Queste lesioni a livello della mucosa nasale espongono il paziente ad abbondanti e ripetitive perdite ematiche con rischio di anemizzazione, incidendo in modo negativo sulla qualità di vita del paziente”. Epistassi: cura e prevenzione “È bene poi evitare il tamponamento nasale fai da te, con cotone e garze. Se lo riterrà indicato, lo eseguirà lo specialista.
Il tampone, infatti blocca il sanguinamento nell’immediato, ma traumatizza e irrita la mucosa nasale, Non è infrequente, specie nei soggetti che assumono antiaggregante o anticoagulante che alla rimozione del tampone si ripresenti abbonante sanguinamento. Con pazienza è opportuno medicare il naso in modo il più atraumatico possibile, in presenza di varici settali e dopo opportuna anestesia per contatto, procedere a diatermocausticausticazione”. Aver cura dell’ambiente nasale è una buona norma preventiva.
L’utilizzo di creme dedicate all’umificazione e lubrificazione della mucosa nasale è consigliato, specie nei cambi di stagione ai numerosi pazienti che assumono antiaggregante/coagulante e agli allergici nei periodi di sensibilizzazione. L’acido ialuronico è una sostanza che aiuta la rigenerazione tessutale e la guarigione delle mucose e della cicatrice.
Può essere utile il suo utilizzo per accelerare la guarigione mucosale. (Tratto da Salute, Humanitas)
IL Meglio delle Pillole-News Salute a cura del collega dr. Maurizio De Stefani, fondatore di *TUTTI i FARMACISTI* il 1° Gruppo Nazionale Network di INFO-SALUTE presente su Facebook dal 2008 per tutti i colleghi farmacisti
PILLOLA – News Salute Anno 6 n.° 09 (Approfondimenti professionali per la categoria) SETTEMBRE 2021
a cura del collega dr. Maurizio De Stefani
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PREVENZIONE E SALUTE COME SCEGLIERE LA CREMA SOLARE?
Con l’arrivo della bella stagione e delle vacanze estive, può capitare di prendere il sole più spesso rispetto al solito. Tuttavia, un’esposizione eccessiva alla luce solare può aumentare il rischio di arrossamenti e scottature che, a lungo andare, possono rivelarsi pericolose per la salute della pelle. Cappelli, ombrelloni e vestiti in stoffe leggere in grado di proteggere senza aumentare il calore corporeo sono accorgimenti importanti, ma non sempre sono sufficienti: per questo è importante utilizzare sempre la crema solare sul viso e sulle parti del corpo esposte al sole.
Quali sono le caratteristiche più importanti da cercare in una crema solare? E quali i rischi di un’esposizione prolungata? Ne parliamo con la dottoressa Alessandra Narcisi, dermatologa in Humanitas. Esposizione solare e melanoma Un’esposizione solare costante e senza protezione può comportare lo sviluppo di una scottatura, o meglio di un eritema solare. L’eritema si presenta più facilmente nelle pelli più sensibili, e consiste in un arrossamento della pelle pruriginoso che potrebbe anche comportare la formazione di bolle e desquamazione cutanea. Una pelle continuamente esposta al sole senza l’utilizzo di protezioni adeguate invecchia più velocemente per via dell’azione dei raggi ultravioletti UVA; i raggi UVB, il secondo tipo di raggi ultravioletti dannosi per la salute, sono causa di arrossamenti della cute.
Le continue scottature sono un fattore di rischio per lo sviluppo in età adulta di melanoma, specie se si sono succedute negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Ancora, in relazione all’esposizione solare eccessiva possono comparire anche altri tumori, seppur tendenzialmente poco aggressivi dal punto di vista clinico, ma maligni da quello istologico, come ad esempio i basaliomi epiteliomi squamo-cellulari. Per evitare un’esposizione superiore alla norma ai raggi ultravioletti è necessario o non prendere il sole nelle ore centrali della giornata, ovvero quelle a cavallo tra la fine della mattina e il primo pomeriggio, tra le 11 e le 16. Questa regola vale anche nei giorni in cui il cielo non è limpido e il sole è oscurato dalle nubi.
SPF e protezione solare L’SPF (grado di protezione solare) rappresenta l’indice di protezione delle creme solari calcolato in base al tempo impiegato dalla pelle ad abbronzarsi a seguito dell’utilizzo della crema, che sarà maggiore più l’SPF sarà alto – tra l’altro è importante controllare che la crema utilizzata protegga anche dai raggi UVA e non solo da quelli UVB. In genere, si tende a preferire l’utilizzo di creme con un SPF più alto perché il grado indicato sulla confezione si riferisce all’applicazione di 2mg di crema ogni cm² della pelle: una quantità di prodotto molto alta, che corrisponde circa a metà tubetto al giorno. Quando ci cospargiamo di crema, in realtà copriamo solo il 25- 50% della quantità di cui la nostra pelle avrebbe realmente bisogno, senza contare il fatto che anche la sudorazione o l’acqua, in caso ci si trovasse al mare o in piscina, possono contribuire a diminuire la quantità di crema presente sulla cute.
Per ovviare a questo problema si può acquistare una crema solare resistente all’acqua, che garantisce una protezione tra i 40 e gli 80 minuti dal momento dell’utilizzo. Filtri biologici e non biologici Le creme solari possono essere composte con due tipologie di filtri: quelli biologici e quelli non biologici, che potrebbero anche trovarsi in combinazione tra loro. I filtri biologici prevedono l’assorbimento delle radiazioni UV e la loro conversione in calore. Contengono derivati di acido para-aminobenzoico, salicilati, cinnamati e benzofenoni. I filtri non biologici hanno invece un’azione di riflessione e diffusione della radiazione UV. Questi filtri provocano in genere una minore irritazione della cute; tra le loro componenti potrebbero esserci biossido di titanio o ossido di zinco.
Occorre poi ricordarsi di controllare la data di scadenza riportata sulla confezione, dopo la quale la crema perde gradualmente la sua efficacia, e che la crema non contenga repellente per insetti: in questo caso l’applicazione con un intervallo minore di 6 ore è sconsigliata. Inoltre non bisogna utilizzare le creme aperte dall’anno precedente, anche se non sono ancora scadute, perché non sono comunque efficaci. Protezione solare e make-up Da diversi anni sono anche in commercio, per chi non vuole rinunciare al make-up ma vuole difendersi dall’azione dei raggi solari, fondotinta minerali con protezione solare, composti da minerali che contengono naturalmente sostanze ad azione bloccante dei raggi UVA e UVB. La protezione in questo caso è abbastanza ridotta: per avere un effetto protettivo bisognerebbe applicare il prodotto più volte al giorno. (Tratto da Salute, Corriere)
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