PILLOLA – News Salute Anno 4  n.° 01  (Approfondimenti professionali per la categoria) GENNAIO 2019 

a cura del collega dr. Maurizio De Stefani

di *TUTTI i FARMACISTI*  NeTworK info-salute Group Facebook

 

PREVENZIONE E SALUTE

 

QUANDO È DAVVERO IL CASO DI PRENDERE ASPIRINA PER PREVENIRE ICTUS E INFARTI?

 

Se il rischio cardiovascolare è basso, prima di pensare ai medicinali si devono seguire prescrizioni «virtuose» : mettersi a dieta e aumentare l’attività fisica quotidiana. Ecco un esempio : Ho 65 anni (altezza 155 cm, peso 76 kg), soffro di sindrome metabolica. Assumo Telmisartan e Nebivololo per l’ipertensione, due capsule di ipolipemizzanti omega 3 e fibrati per ridurre il colesterolo e colecalciferolo per l’osteoporosi.

Dato che sono una donna e non ho mai avuto ictus o infarto, è utile che assuma aspirina 75 mg al giorno, come mi suggerisce il medico curante, per prevenire ictus e infarto? Risponde Niccolò Marchionni: Dir. Dipartimento Cardiotoracovascolare, AOU Careggi, Firenze con queste informazioni il suo profilo di rischio cardiovascolare non può essere accuratamente calcolato, perché servirebbe anche sapere se fuma, qual è la concentrazione del colesterolo totale nel sangue e se con la terapia attuale i valori della pressione arteriosa sono ben controllati (quindi, inferiori a 130/85 mmHg), oppure mal controllati (con pressione massima anche al di sopra di 140 mmHg). Alla sua età, il rischio di eventi coronarici a dieci anni calcolato con il sistema SCORE (Systematic Coronary Risk Estimation) in Paesi, come il nostro, a media incidenza di eventi cardiovascolari, può variare nel sesso femminile dall’1% (se non si fuma, la pressione arteriosa massima è entro 120 mmHg e il colesterolo totale è inferiore a 150-160 mg/dl) al 10-14 % in presenza di fumo, pressione massima superiore a 160 mmHg e colesterolo totale superiore a 250 mg/dl.

Rischio basso e medio alto. Nel primo caso (basso rischio), non c’è indicazione ad assumere aspirina in «prevenzione primaria» (termine con cui si intende l’adozione di interventi in grado di ridurre le probabilità di insorgenza di una malattia);  nel secondo caso (rischio medio-alto) invece, il trattamento potrebbe essere indicato. Quando prescrive un farmaco, il medico deve fare un’attenta valutazione del rapporto tra beneficio e rischio. Da un lato, deve tener conto di quanto si riduce il rischio di eventi che il farmaco è in grado di prevenire ma, dall’altro, deve considerare quanti eventi – di diversa natura – potrebbero verificarsi come effetto collaterale dello stesso farmaco (ad es., nel caso dell’aspirina, emorragie del tratto gastro-intestinale, ma anche emorragie intracraniche). Il primo dato fa riferimento al numero di soggetti che statisticamente è necessario trattare per evitare un infarto o un ictus: quanto più basso è questo numero, tanto maggiore è la «efficienza» del trattamento e dunque, più robusta l’indicazione alla sua prescrizione.

Valutazione degli effetti collaterali Per chiarire: se nella categoria ad alto rischio (quella, ad es., di soggetti che hanno già avuto un infarto miocardico: prevenzione secondaria) «è sufficiente» trattare cronicamente con aspirina solo 22 pazienti per evitare un nuovo infarto, in quella a basso rischio è necessario trattarne quindici volte di più (circa 330) per ottenere, sempre statisticamente lo stesso beneficio. Dieta e attività fisica Dunque, visto che il suo rischio cardiovascolare è piuttosto basso, prima di pensare all’aspirina dovrebbe seguire prescrizioni «virtuose» di trattamento non farmacologico: v si metta a dieta e aumenti l’attività fisica quotidiana, camminando a passo veloce per almeno 45 minuti tutti i giorni, per ridurre il peso corporeo eccessivo e allontanare così lo spettro del diabete, contribuendo anche a ridurre pressione arteriosa, colesterolo Ldl (quello «cattivo») e trigliceridi. Sono provvedimenti che hanno un’efficacia probabilmente superiore a quella di qualunque farmaco nel ridurre il rischio cardiovascolare.

Va inoltre ricordato che, al di là dell’effetto positivo sul rischio cardiovascolare, limitare le calorie con la dieta per evitare sovrappeso e obesità, svolgere attività fisica regolare, e seguire un regime alimentare mediterraneo (con almeno cinque porzioni al giorno di verdura e frutta), riduce enormemente la probabilità di incontrare altri cattivi compagni di strada del processo di invecchiamento, quali perdita di memoria e disturbi cognitivi fino alla demenza. (Tratto da Salute, Corriere).

IL Meglio delle Pillole-News Salute a cura del collega dr. Maurizio De Stefani, fondatore di *TUTTI i FARMACISTI* il 1° Gruppo Nazionale di INFO-SALUTE su Facebook dal 2008 per tutti i colleghi farmacisti