OBESITA’ E DANNI CEREBRALI

Care lettrici e cari lettori, vi auguro un buon anno a venire con la speranza che sia proficuo e sereno
per tutti noi.
Come sapete parlo spesso di patologie correlate con la cattiva alimentazione.
Oggi vi parlo di alcuni danni che può fare l’obesità al nostro cervello.
Obesità o sovrappeso accelerano l’invecchiamento del cervello.
In uno studio pubblicato sulla rivista “Neurology“, l’obesità o il sovrappeso a 60 anni accelerano
l’invecchiamento del cervello di 10 anni.
Le persone con un giro vita più grande della norma e un indice di massa corporea più elevato avevano
maggiori probabilità di presentare un assottigliamento nell’area della corteccia cerebrale, il che
implica che l’obesità è associata a una ridotta materia grigia del cervello. Queste associazioni sono
risultate particolarmente confermate in coloro che avevano meno di 65 anni. Queste ricerche
aggiungono peso alla teoria secondo cui trascurare alcuni indicatori di salute nella mezza età, tra cui
il peso, la circonferenza della vita, il grasso viscerale, può aumentare il rischio di invecchiamento del
cervello, e conseguenza problemi di memoria e di capacità di pensiero successivamente.
Lo studio ha coinvolto 1.289 persone con un’età media di 64 anni, alle quali è stato misurato all’inizio
dello studio sia il BMI (Indice di massa corporea) che la circonferenza della vita. Dopo sei anni, i
partecipanti sono stati sottoposti a scansioni cerebrali con risonanza magnetica per misurare lo
spessore della corteccia cerebrale, il volume generale del cervello e altri parametri encefalici.
Dai risultati è emerso che avere un BMI elevato è associato a una corteccia cerebrale più sottile. Nelle
persone in sovrappeso, ogni aumento di unità di BMI è stato associato a una corteccia più sottile di
0,098 millimetri e in persone obese con una corteccia più sottile di 0,207 mm. Avere una corteccia
più sottile è legato ad un aumentato rischio di malattia di Alzheimer.
L’obesità invecchia il cervello di 10 anni.
Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica “Neurobiology of Aging“., afferma che il cervello
delle persone obese o sovrappeso appare invecchiato di 10 anni rispetto a quello dei coetanei
normopeso. Gli autori dello studio hanno esaminato l’impatto dell’obesità sulla struttura del cervello
di 527 individui di età tra 20 e 90 anni dividendoli ulteriormente tra quelli con un peso adatto alla
loro struttura fisica e quelli in sovrappeso, notando una differenza significativa nella quantità di
materia bianca tra i primi e i secondi.
È anche stata messo in correlazione l’età dei partecipanti scoprendo che una persona in sovrappeso a
50 anni possiede un volume di materia bianca paragonabile a una persona magra di 60 anni, una
differenza di età cerebrale di 10 anni. La persona obesa aveva un cervello invecchiato di 10 anni, con
una riduzione sostanziale del volume celebrale della materia bianca. Ricordiamo che malattie
neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer sono caratterizzata dalla progressiva perdita di
volume cerebrale.
Gli obesi sono a rischio per l’Alzheimer.
L’obesità oltre che ad aumentare il rischio per malattie come il diabete e l’ipertensione è implicata
anche per le malattie degenerative del cervello come l’Alzheimer. Uno studio pubblicato su “Human
Brain Mapping” ha confrontato il cervello di persone obese e in sovrappeso con quelle di persone
normopeso o leggermente sovrappeso, per vedere se ci fossero differenze nella struttura anatomica
del cervello.
Dalle conclusioni si è rilevato che le persone definite come obese avevano una sostanziale perdita del
tessuto cerebrale nei lobi frontali e temporali, zone del cervello cruciali per la memoria, nella zona
anteriore dedicata all’attenzione e alle funzioni esecutive, e nell’ippocampo (memoria a lungo
termine) e dei gangli basali (il movimento).
Il cervello delle persone obese sembrava di età superiore di quasi 16 anni rispetto al cervello di quelle
normopeso, e nelle persone in sovrappeso questa differenza dimostrava un sostanziale
invecchiamento di otto anni. Anche essere in sovrappeso, condizione che viene molto spesso
trascurata, sottopone al rischio di perdita di tessuto celebrale. Questa grande perdita di tessuto
celebrale incide sulla riserva cognitiva, sul potere di raziocinio e sulla lucudità mentale ed emotiva,
aumentando il rischio di malattie neuro degenerative come l’Alzheimer e demenze.
Angelo de Martino
Bibliografia
https://doi.org/10.1016/j.neurobiolaging.2019.10.005.
Hum Brain Mapp. 2010 March ; 31(3): 353–364
Neurobiology of Aging 40 (2016) 1e10
Diabetes 2016;65:1929–1939