MICROBIOMA SOVRAPPESO ED OBESITA’
L’eccesso di peso condiziona lo stato di salute del microbiota intestinale, facilitando l’insorgenza di disbiosi.
Il legame che intercorre tra microbiota intestinale ed obesità dipende in parte dall’attività svolta dalla flora batterica.
I batteri detti buoni che popolano il nostro intestino consentono la fermentazione e la digestione dei cibi e delle fibre , che altrimenti rimarrebbero indigerite.
Ecco perchè una dieta ricca in fibre promuove la crescita del microbiota intestinale.
Le disbiosi, di contro, associate all’eccesso di peso possono indurre il nostro organismo ad assorbire più energie ovvero più calorie per mancata digestione e successiva catabolizzazione dei nutrienti.
In questo caso la fermentazione delle fibre porterebbe alla produzione di acidi grassi a catena corta che inibiscono la degradazione dei lipociti stimolandone l’accumulo insieme a quello dei trigliceridi, finendo così con la produzione di abbondante massa grassa.
Da recenti studi si è evidenziato inoltre come un’alterazione del microbiota intestinale comporta una riduzione dei clostridi ed un aumento dei lattobacilli, il che porta all’instaurarsi dell’insulino resistenza predisponendo il soggetto al diabete.
Da come si può osservare quindi una disbiosi intestinale porta da una parte all’instaurarsi della resistenza insulinica, dall’altra all’aumento del colesterolo e acidi grassi a catena corta direttamente nel sangue.
Vengono alterati anche la comunicazione tra intestino e cervello ed i segnali che giungono diretti al tessuto adiposo; vengono altresì alterati la produzione di ormoni ed altre molecole da parte delle cellule dell’intestino.
La disbiosi intestinale associata all’obesità è caratterizzata da :
• aumento del rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes
• dalla riduzione della diversità del microbiota
• dall’aumento di Blautia hydrogenotrophica,
Coprococcus catus, Eubacterium ventriosum,
Ruminococcus bromii, Ruminococcus obeum, Lactobacillus reuteri
• alla riduzione di Bacteroides faecichinchillae, Bacteroides thetaiotaomicron, Blautia wexlerae, Clostridium boltae Flavonifractor plautii, Methanobrevibacter smithii e diversi Bifidobacterium e Lactobacillus.
L’alterazione del microbiota intestinale , da come si è potuto osservare, porta all’insorgenza di obesità, sindrome metabolica e diabete, instaurando un circolo vizioso che si autoalimenta.
Quando il microbiota intestinale è alterato i microrganismi che lo popolano svolgono male o addirittura poco le funzioni di idrolisi e fermentazione dei polisaccaridi dietetici, alterando così la produzione di mono saccaridi ed acidi grassi a catena lunga quali il butirrato, il propionato ed acetato ( quest’ultimo utilizzato come substrato per la lipogenesi e gluconeogenesi).
I meccanismi attraverso i quali il microbiota intestinale interagisce con le cellule grasse sono ancora sconosciuti.
I batteri che sono nel nostro intestino , potrebbero regolare il tessuto grasso innescando la produzione di molecole regolatrici della resistenza insulinica e l’infiammazione del tessuto grasso stesso. Uno studio questo pubblicato su Science Translational Medicine.
I ricercatori hanno scoperto che alcuni microbi intestinali producono molecole che influenzano l’espressione genica di una famiglia di micro-Rna, chiamati miR-181 all’interno delle cellule adipose.
I miR-181 sono presenti in abbondanza nelle persone obese , e questi non solo fanno aumentare il livello di massa grassa, ma innescano anche lo sviluppo della resistenza insulinica.
Sempre secondo i ricercatori, alcuni metaboliti batterici come l’indolo sono in grado di influenzare l’espressione di detti miR181 nelle cellule adipose.
In condizioni di magrezza i livelli di indolo sono alti e controllano l’accumulo di grasso ed il dispendio energetico, viceversa in casi di grande sovrappeso o obesità i livelli sono molto bassi e l’accumulo di grasso aumenta.
Mirare a trattare i miR-181 ed i loro metaboliti, come l’indolo, rappresenterebbe una strada terapeutica all’obesità.
Un ultima ricerca in corso si basa sull’osservazione di campioni di feci ottenuti da 736 persone, che hanno mostrato una quantità elevata di Parabacteroides della specie Distasonis . Tali soggetti mostravano anche un indice di massa corporea più basso.
Ciò è servito, al team di ricerca , a valutare gli effetti benefici del Parabacteroides distanosis su topi obesi , constatando che nei topi così trattati i livelli di colesterolo si abbassavano, come si abbassavano quelli di glucosio e trigliceridi.
Negli esperimenti condotti in vitro il P. distasonis è riuscito a metabolizzare i sali degli acidi biliari e trasformarli in acidi biliari primari, i quali una volta giunti nel fegato si trasformano in acidi biliari secondari utili e benefici per il controllo del glucosio, per il controllo del peso e aventi un importante funzione di barriera intestinale.
I topi trattati con Parabacteroides distasonis hanno mostrato un aumento della concentrazione di succinato nel loro intestino, con conseguente attivazione della gluconeogenesi intestinale.
COME POSSIAMO MIGLIORARE LO STATO DI SALUTE DEL MICROBIOTA INTESTINALE?
Sicuramente con una dieta alimentare sana ed equilibrata che preveda l’assunzione di PROBIOTICI, PREBIOTICI E SINBIOTICI ( combinazione di pro e pre-biotici).
Un buon stato di salute del microbiota intestinale, secondo le ricerche, riesce a mantenere basso il livello dell’ormone cortisolo.
Ricercatori americani suppongono che i batteri intestinali secernono ormoni neuroendocrini che comunicano con il Sistema Nervoso Centrale.
Recenti studi indicano ancora che per ridurre il rischio fisiologico della sindrome metabolica occorra ripristinare lo stato di salute del microbiota intestinale con l’ausilio dei Bifidobacteri.
Ricapitolando :
Il microbiota ha un importante ruolo nella fermentazione dei polisaccaridi, introdotti con la dieta, nella modulazione dei segnali di fame e sazietà, nonchè al rilascio di sostanze ormonali che condizionano il processo di insulino-resistenza.
I bifidobacteri sembrerebbero avere un ruolo protettivo sull’assorbimento mucosale e sulla circolazione di antigeni derivanti da altri batteri che sono alla base dell’obesità.
E’ stato confermato che alcuni tipi di probiotici sono in grado di modulare l’omeostasi glucidica e lo fanno attraverso meccanismi quali:
1) modulazione del sistema immunitario grazie al controllo sulle alterazioni del microbioma indotto dalle infiammazioni croniche dovute dalla sindrome dismetabolica
2) espletando il loro potere antiossidante, importante arma contro le infiammazioni croniche e stress ossidativo a livello beta-cellulare
3) modificando il pannello lipidico con riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue.
Ricordiamo infine che un microbiota sano assicura un corretto assorbimento delle vitamine, sali minerali ed antiossidanti, riuscendo così a sviluppare e potenziare anche il sistema immunitario.
Dott.ssa Michela Gasparrini
FONTE: Science Translation Medicine 12 -giugno-2019
Vol.11,ISSUE 496,eaav 1892
Cell Reports Volume 26, ISSUE1 P222-235, E5 02-02-2019