Con galenica si intende la preparazione di farmaci, cosiddetto farmaco galenico, a partire da droghe grezze o sostanze chimiche e sostanze ausiliarie, allestiti dal farmacista nel laboratorio della farmacia. Tutte le farmacie sono provviste per legge di un laboratorio.
Il nome proviene da Galeno, il medico antico il cui testo è rimasto a base della scienza medica per secoli, oggi i testi riconosciuti sono le farmacopee.
La preparazione galenica secondo la farmacopea americana “È PARTE INTEGRANTE DELLA PRATICA IN FARMACIA ED È NECESSARIA PER GARANTIRE ASSISTENZA FARMACEUTICA”: lo stesso concetto non può non essere anche in Italia.
Il preparato galenico non vuole sostituirsi all’industria, ma arrivare dove l’industria non può.
Questo concetto è ben chiaro nella definizione di “preparati magistrali”, preparazioni che vengono allestite in maniera estemporanea in farmacia e solamente in farmacia, dietro presentazione di una ricetta di un medico: terapia personalizzata.
Le aree di interesse per questa metodica sono immense ma ancora poco praticate.
Quando si deve praticare la metodica galenica?
Ogni qual volta ci troviamo davanti a dei farmaci per le malattie rare, che l’industria non prepara, ogni qual volta ci troviamo davanti ad un soggetto che è allergico agli eccipienti, in pediatria quando servono dei dosaggi molto particolari, quando sul mercato c’è carenza di una specialità, nella polipillola (preparazione in un’unica capsula di più principi attivi). Certamente l’aderenza terapeutica in questi casi è fondamentale e diversi studi dimostrano vantaggi enormi, specialmente nei soggetti anziani. Ci sono altri casi in cui si ricorre alla pratica galenica: quando serve un placebo, in veterinaria, o, in attesa di un’armonizzazione dello scambio a livello Europeo delle specialità medicinali, nei casi in cui esiste una specialità farmaceutica registrata nei confini europei e il farmacista italiano ha a disposizione la materia prima. In questo ultimo caso, il farmacista che può allestire il preparto galenico evita che per trovare tale farmaco il cliente debba andare in Svizzero piuttosto che nella farmacia del Vaticano, piuttosto che altrove.
Un caso che meriterebbe più attenzione da parte di tutti gli operatori del settore e magari una maggiore diffusione a livello mediatico è la citisina, una sostanza di provenienza vegetale (la fitoterapia entra sempre) che in Italia non esiste come specialità medicinale, ma esiste in alcuni paesi dell’Est Europa con il nome commerciale: Tabex.
Questa sostanza svolge un ruolo importante nelle dipendenze dal fumo, la letteratura internazionale dimostra ormai l’efficacia della citisina.
Ecco l’aspetto sociale del preparato galenico: una sostanza a poco prezzo che potrebbe prevenire tanti tumori polmonari…….
Naturalmente il preparato o prodotto galenico deve garantire, cosi come il prodotto finito, qualità, efficacia e sicurezza.
Per ottenere il tutto è necessaria la competenza del medico prescrittore e del farmacista preparatore. È necessaria una fiducia immensa del medico nei confronti della farmacia, direi del farmacista.
Finalmente in un’era moderna ritorniamo indietro negli anni: medico e farmacista di nuovo a braccetto…..
Una considerazione importante a garanzia del paziente: tutta la filiera del preparato magistrale è garantita dalle NBP (norme di buona preparazione) obbligatorie per allestire il preparato.
La funzione sociale del preparato magistrale oggi giorno sta vivendo un momento mediatico importante: il fenomeno della cannabis terapeutica da non confondere con la cannabis per uso ludico.
Quando si parla di cannabis, si parla di fitoterapia quindi di prodotti vegetali. Il ruolo del farmacista, oltre che per il preparato galenico, diventa basilare quando si parla di piante e quindi di fitoterapia e quindi di prodotti naturali.
Guai a far passare il messaggio che i prodotti naturali non hanno controindicazioni: pensiamo alla digitale, alla belladonna, alla cannabis ma per rimanere sul leggero al succo di pompelmo: guai ad assumerlo contemporaneamente a farmaci antistaminici, ciclosporine o benzodiazepine.
Pensiamo per un istante all’utilizzo degli integratori, ormai fenomeno molto diffuso nell’uso quotidiano, spesso gestiti con il fai da te; il ruolo degli integratori non è curativo ma preventivo e sappiamo anche che per motivi legislativi i quantitativi ammessi di alcune sostanze sono bassi. Pensiamo per un momento alla possibilità di integrare un integratore con un prodotto fitoterapico attraverso il consiglio del farmacista o attraverso una prescrizione del medico: certamente il termine prevenzione assumerebbe un significato diverso e finalmente verrebbe alla luce l’importanza della Fitoterapia in termini di qualità e sicurezza.
Dott. Cosimo Violante
autore del libro : Galenica imprenditoriale