Test diagnostici in farmacia: opportunità di salute o rischio sottovalutato?
Test diagnostici in farmacia: opportunità di salute o rischio sottovalutato?

di Giovanni Scancariello


Negli ultimi anni, le farmacie italiane hanno ampliato significativamente il loro ruolo nel sistema sanitario, offrendo ai cittadini servizi sempre più avanzati, tra cui i test diagnostici rapidi. L’obiettivo è chiaro: migliorare l’accesso alla prevenzione e al monitoraggio di diverse patologie, riducendo i tempi di attesa e alleggerendo il carico sui laboratori di analisi e sulle strutture ospedaliere.

Tuttavia, il crescente utilizzo di questi test ha sollevato un dibattito acceso sulla loro affidabilità. Recenti inchieste giornalistiche hanno messo in evidenza il rischio di risultati discordanti, con ripercussioni potenzialmente gravi per i pazienti. Il problema non riguarda tanto la tecnologia dei test in sé, quanto la loro gestione e l’assenza di un Sistema di Gestione della Qualità (QMS) che garantisca protocolli rigorosi e uniformità nei processi.

Se ben regolamentati, i test diagnostici in farmacia potrebbero rappresentare una vera rivoluzione nella sanità territoriale, contribuendo alla prevenzione e alla diagnosi precoce di numerose patologie. Ma senza controlli adeguati, potrebbero invece trasformarsi in una fonte di errori e confusione per i pazienti.

Test in farmacia: un mercato in espansione, ma a quale prezzo?

Negli ultimi cinque anni, il mercato dei test diagnostici rapidi in farmacia ha conosciuto una crescita esponenziale. Secondo un report di IQVIA, tra il 2022 e il 2024 la vendita di test diagnostici in farmacia è aumentata del 30%, con un fatturato che ha superato il miliardo di euro annuo.

La pandemia da COVID-19 ha accelerato questa tendenza, abituando la popolazione a eseguire autonomamente test rapidi per individuare infezioni e altri parametri di salute. Il settore si è così aperto a nuove opportunità, ma anche a nuove criticità, soprattutto per quanto riguarda la qualità e l’accuratezza dei risultati.

I test su sangue capillare: una soluzione pratica, ma quanto affidabile?

Uno dei metodi più utilizzati nei test diagnostici in farmacia è il prelievo di sangue capillare, eseguito pungendo un dito con una lancetta pungidito. Questo sistema è pratico, poco invasivo e consente di ottenere rapidamente un risultato. Tuttavia, presenta una serie di limitazioni che non possono essere ignorate.

I limiti dei test su sangue capillare:

1. Affidabilità variabile e margine di errore
   La precisione dei test su sangue capillare può variare significativamente in base a diversi fattori, tra cui:
   – La qualità del dispositivo utilizzato
   – La corretta esecuzione del prelievo
   – Le condizioni ambientali al momento del test

   Secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, il 20% dei test su sangue capillare per la glicemia e il colesterolo eseguiti in farmacia mostrano discrepanze significative rispetto ai risultati di laboratorio.

2. Influenza di fattori esterni
   Il risultato di un test rapido su sangue capillare può essere alterato da molte variabili:
   – Pressione eccessiva sul dito durante il prelievo, che può contaminare il campione con liquido interstiziale
   – Temperatura e umidità dell’ambiente, che possono influenzare la reattività dei reagenti
   – Tempo di attesa prima dell’analisi del campione, che può modificare la composizione del sangue raccolto

3. Mancanza di standardizzazione
   In Italia, le farmacie possono acquistare test diagnostici da fornitori diversi, senza un registro centralizzato che garantisca la qualità di ogni dispositivo. Non esiste un ente nazionale che certifichi e verifichi periodicamente l’affidabilità dei test utilizzati nelle farmacie, a differenza di quanto avviene nei laboratori di analisi cliniche.

4. Interpretazione errata dei risultati
   A differenza di un laboratorio di analisi, dove i risultati vengono valutati da professionisti sanitari con strumenti più sofisticati, in farmacia spesso il paziente riceve solo un valore numerico, senza un’adeguata contestualizzazione clinica.

Dati statistici: quanto sono affidabili i test diagnostici in farmacia?

Uno studio del Centro Studi Farmaceutici Italiani, condotto nel 2024 su 100 farmacie distribuite sul territorio nazionale, ha analizzato l’affidabilità dei test diagnostici più comuni. I risultati sono stati preoccupanti:

– 15% dei test ha prodotto risultati discordanti per lo stesso paziente in farmacie diverse
– Il margine di errore per i test su sangue capillare per il colesterolo ha superato il 10% rispetto alle analisi di laboratorio
– Nel 25% dei casi, la variabilità tra due test eseguiti a distanza di pochi minuti nella stessa farmacia ha superato il valore di riferimento accettabile

Questi dati evidenziano la necessità di introdurre regole più stringenti per garantire la qualità e la sicurezza dei test diagnostici nelle farmacie italiane.

La soluzione: un QMS per i test diagnostici in farmacia

In molti Paesi europei, come la Germania, l’esecuzione di test diagnostici in farmacia è regolata da un Sistema di Gestione della Qualità (QMS). Questo sistema impone:

– L’uso esclusivo di test certificati secondo standard internazionali
– Procedure standardizzate per il prelievo e l’analisi del campione
– Formazione obbligatoria per i farmacisti, per garantire la corretta esecuzione e interpretazione dei test
– Audit periodici da parte delle autorità sanitarie, per verificare la qualità del servizio

L’introduzione di un QMS per i test diagnostici in farmacia in Italia potrebbe ridurre significativamente il margine di errore e aumentare la sicurezza per i pazienti.

Conclusione: il futuro dei test diagnostici in farmacia

I test diagnostici in farmacia rappresentano un’opportunità straordinaria per avvicinare i cittadini alla prevenzione e al monitoraggio della propria salute. Tuttavia, senza un sistema di controllo adeguato, il rischio di risultati inaccurati e diagnosi errate rimane elevato.

Solo attraverso una gestione rigorosa e un’adeguata regolamentazione, i test diagnostici in farmacia potranno diventare un pilastro della sanità territoriale, offrendo ai cittadini strumenti affidabili per la loro salute e riducendo il rischio di errori che potrebbero avere conseguenze anche gravi.