Farmaci analoghi dell’ormone GLP-1 (Glucagon-Like Peptide-1): dalla terapia del diabete a nuove frontiere terapeutiche
Farmaci analoghi dell’ormone GLP-1 (Glucagon-Like Peptide-1): dalla terapia del diabete a nuove frontiere terapeutiche

Farmaci analoghi dell’ormone GLP-1 (Glucagon-Like Peptide-1): dalla terapia del diabete a nuove frontiere terapeutiche

I farmaci analoghi dell’ormone GLP-1, originariamente sviluppati per il trattamento del diabete, stanno dimostrando un’efficacia significativa anche nella gestione dell’obesità. Inoltre, studi recenti indicano il loro potenziale impatto positivo su patologie cardiovascolari, neurodegenerative e renali.

Meccanismo d’azione degli analoghi del GLP-1

Gli analoghi dell’ormone GLP-1 agiscono sullo stesso recettore del GLP-1 endogeno, un ormone intestinale rilasciato dopo i pasti. Questo ormone svolge diverse funzioni, tra cui:

  • Stimolazione del pancreas a secernere insulina, con conseguente riduzione della glicemia;
  • Rallentamento dello svuotamento gastrico, contribuendo a un miglior controllo dell’appetito;
  • Effetti sul sistema nervoso centrale, inducendo una sensazione di sazietà.

Tra i farmaci appartenenti a questa classe si annoverano semaglutide (disponibile sia in formulazione orale che iniettabile), liraglutide e dulaglutide.

Un ulteriore sviluppo è rappresentato dagli analoghi combinati di GLP-1 e GIP (glucose-dependent insulinotropic polypeptide), come tirzepatide, che stimolano sia la secrezione di insulina che quella di glucagone, contribuendo a un miglior controllo del metabolismo glucidico.

Un’innovazione ancora più recente è costituita dagli agonisti tripli di GLP-1, GIP e glucagone, come retatrutide, che agiscono simultaneamente su tre recettori metabolici, ampliando ulteriormente le potenzialità terapeutiche.

Effetti cardiovascolari e renali

Uno studio pubblicato nel 2023 sul New England Journal of Medicine, condotto su 17.000 pazienti in sovrappeso o obesi con patologie cardiovascolari, ha evidenziato che l’uso di semaglutide riduce il rischio cardiovascolare del 20%.

Un altro studio, sempre pubblicato sulla stessa rivista e denominato FLOW, ha analizzato gli effetti di semaglutide su 3.533 pazienti con diabete di tipo 2 e patologie renali croniche. Rispetto al placebo, il farmaco ha ridotto del 24% il rischio di gravi complicazioni renali, inclusa la necessità di dialisi o trapianti.

Potenziale nel trattamento delle malattie neurodegenerative

I recettori GLP-1 svolgono un ruolo chiave nella modulazione dell’infiammazione, dello stress ossidativo e della neurodegenerazione. L’attivazione farmacologica di questi recettori potrebbe ridurre l’accumulo di sostanze tossiche nei tessuti neuronali.

Studi clinici in corso stanno valutando l’efficacia della liraglutide nel trattamento della malattia di Alzheimer e del Parkinson (Holscher C, CNS Drugs 2012;26:871-882), aprendo nuove prospettive terapeutiche.

Altri potenziali benefici

L’azione dei farmaci GLP-1 nella riduzione del peso corporeo ha ulteriori implicazioni cliniche, tra cui:

  • Miglioramento della qualità del sonno nei pazienti con apnee notturne;
  • Riduzione dei dolori articolari nei pazienti affetti da artrite (studio clinico condotto in 11 paesi e pubblicato sul New England Journal of Medicine).
  • Contro l’infertilità (connessa all’obesità)
  • Disturbi della malattia dell’ovaio policistico (principali cause dell’infertilità)le linee guida del 2023 indicano per il trattamento  i farmaci GLP- 1.

Conclusioni

L’uso degli analoghi del GLP-1 si sta espandendo ben oltre la terapia del diabete, con evidenze scientifiche che ne suggeriscono un ruolo chiave nella prevenzione e nel trattamento di diverse patologie croniche. In futuro, il loro impiego potrebbe essere esteso anche a pazienti non diabetici né obesi, segnando una svolta nella medicina preventiva e terapeutica.

Dott.ssa Antonietta Spagna