L’ALOE LA PIANTA CHE CURA
L’ALOE LA PIANTA CHE CURA

L’aloe la pianta che cura

Dott. PierGiulio Rossini

         Il genere aloe appartiene alla famiglia delle Alocacee, in passato erano associate al genere liliacee,  e comprende circa 200 specie di piante originarie dell’Africa del Sud, poi diffuse nel Mediterraneo e nelle Americhe, cresce prevalentemente in zone secche e rocciose da 700 a 1800 metri s.l.m. . Piante perenni con andamento erbaceo, arbustivo o arborescente, con fusto legnoso alto fino a 9 m. secondo l’habitat, ricoperto dai residui di foglie secche. Le foglie sono a rosetta lanceolate, lunghe e grosse, talvolta dentellate succulente e spinose, che tendono a gonfiarsi e sgonfiarsi per far fronte ai lunghi periodi di siccità a cui sono sottoposte. Sono piante xerofite, cioè hanno la capacità di sopportare lunghi periodi di siccità perché capaci di mantenere l’equilibrio tra assunzione e dispersione dell’acqua, grazie a particolari adattamenti fisiologici e morfologici;  in particolare hanno la capacità di non perdere acqua né dagli storni né da eventuali ferite perché posseggono una particolare sostanza autosigillante. Un piccolo esperimento serve per chiarire questo concetto: se si taglia con un coltello una foglia fresca di aloe, si vede con quanta rapidità la pianta, guarisce se stessa. All’inizio della rottura si forma un essudato che in qualche minuto si trasforma in una nuova pellicola cicatrizzante naturalmente la ferita. La stessa proprietà di rigenerazione è mantenuta anche da foglie conservate in luogo fresco (2-3°) per 10 giorni. Una pianta di aloe sradicata e lasciata al caldo resisterà per mesi e manterrà intatte tutte le sue facoltà vitali. Le foglie sono rivestite di una cuticola i cui stomi filtrano l’aria e l’acqua, sotto questa membrana si trova il primo derma cellulosico contenente cristalli di ossalato di calcio e le cellule pericicliche che secernono il succo giallo rossastro con proprietà lassative, infine c’è il parenchima, tessuto spugnoso capace di immagazzinare l’acqua filtrata dalle radici e dalle foglie trasformandola, con sapiente alchimia metabolica, in un gel trasparente amaro, ricercato per le sue proprietà curative. Il frutto è una capsula culicida contenente molti semi nerastri schiacciati muniti di spigoli. La classificazione botanica non è facile a causa della facilità con cui queste piante ibridano; i botanici sono d’accordo su circa 200 specie di origine sud africana con almeno 300 ibridi naturali, qualche rappresentante in Madagascar e nel resto dell’Africa fino all’Arabia meridionale; le specie fuori da questo areale sono state introdotte dall’uomo.

        Specie usate

        Le specie più conosciute e studiate dal punto di vista medico sono: Aloe barbadensis o Vera, Aloe di Socotra, Aloe Africana, Aloe Saponaria, Aloe Ferox, Aloe Sinensis, Aloe Arborescens. C’è innanzitutto da fare una distinzione, infatti lo studio dell’aloe si divide in due grandi indirizzi: quelli che esaminano i componenti del succo essiccato e quelli che esaminano i composti del succo fresco o gel di aloe. Fino ad oggi nelle varie Farmacopee si è parlato di Aloe, intendendo con questo nome il succo che cola dalle cellule pericicliche dell’endoderma, essiccato e ridotto in polvere, proveniente da varie specie di aloe (di Socotra, Perry, Barbadensis), usato per le sue proprietà lassative, amaro toniche e purganti: questo contiene numerose sostanze attive, composti fenolici, glicosidi antrachinonici ed altri glicosidi ed è stato studiato ampiamente sia chimicamente che farmacologicamente da molti autori. Qui il meccanismo d’azione è il seguente:i glicosidi antrachinonici dopo ingestione vengono idrolizzati, producendo gli antrachinoni liberi attivi. E’ stato ipotizzato che i glicosidi vengano assorbiti dall’intestino tenue ed idrolizzati nel fegato, e che il principio attivo venga escreto nel colon. Come alternativa essi possono essere idrolizzati nel colon da enzimi batterici. In ogni caso, l’azione purgante è prevalentemente esercitata sul colon ed è stata attribuita alla stimolazione del plesso di Auerbach da parte di antrachinoni liberi.

Studi suggeriscono che un prolungato uso dei purganti antrachinonici provochino un danno al plesso mesenterico. Tutti i purganti antrachinonici possono causare dolore addominale , questo è un riflesso dell’aumentata motilità del colon. Dopo la somministrazione orale agiscono in 8 – 10 ore, mentre l’inoculazione in animali da esperimento in 30 min. Gli antrachinoni liberi si ritrovano in circolo:alcuni vengono escreti per via renale conferendo alle urine acide un colore giallo ed allle urine alcaline un colore rosso, possono essere altresì escrete anche nel latte delle puerpere e passare al lattante in concentrazioni tali da essere attive anche su quest’ultimo soggetto. Dosi elevate possono provocare nefriti.

        Oggi si sta studiando anche la composizione e l’azione del gel, in particolare quello ottenuto da Aloe Vera ed Aloe Arborescens. Questo è un liquido gelatinoso opalescente, un idrocolloide, il cui costituente principale è il Glucomannano, ed è prodotto dallo strato più profondo e centrale della foglia, il parenchima .

L’aloe  applicato localmente sulla pelle, esercita un interessante attività antinfiammatoria e lenitiva, soprattutto a carico di ustioni e scottature provocate dalle radiazioni solari.

Esso possiede infatti una forte attività vulneraria per le ferite,scottature e infiammazioni della pelle, perché è in grado di formare uno strato protettivo sull’area lesionata, accelerandone così i naturali processi rigenerativi e cicatrizzanti. La sua attività rigenerativa lo rende particolarmente utile per accelerare la guarigione delle cicatrici dei tessuti cheloidi o delle varici delle vene. E’ utile in tutti i problemi della pelle in cui ci sia bisogno di astringenti ed emollienti.

Il meccanismo d’azione ipotizzato per l’azione cicatrizzante dell’aloe  nel comparto epidermico riguarderebbe soprattutto la sua capacità di aumentare l’attività ed il turn over di collagene nel tessuto cicatriziale attraverso la stimolazione dei fibroblasti. E’ noto infatti che il collagene è la principale proteina della matrice extra cellulare ed è il componente che contribuisce per la maggior parte alla resistenza della cicatrice agli stress meccanici.

L’aloe gel sembra inoltre influenzare non solo la quantità, ma anche la qualità del collagene; infatti la sua somministrazione in un modello animale è risultata in un aumentato contenuto di collagene nel tessuto granulomatoso, e anche del suo livello di cross-linking con un aumento di collagene di tipo III, rispetto al collagene di tipo I. Interessante è notare che questi effetti sono stati osservati non solo dopo l’utilizzo topico ma anche quello orale . Ciò apre la strada a diverse supposizioni , prima di tutte quella che anche la somministrazione orale di gel d’aloe possa in qualche modo recare vantaggi all’epidermide, soprattutto in termini di supporto alle fisiologiche e cicatrizzanti attività dei tessuti. A questa modalità d’azione si unirebbe quella antinfiammatoria, le più note sono:

  • Inibizione della conversione dell’istidina in istamina nei mastociti
  • Inibizione della ciclossigenasi con l’inibizione del trombossano B2 e della prosglandina F2-alfa e dei loro effetti
  • Degradazione della bradichinina in vitro
  • Miglioramento della microcircolazione superficiale con diminuita adesione leucocitaria

        Coltivazione

        Nelle nostre zone l’Aloe Vera e la varietà Arborescens, si trovano coltivate ed inselvatichite in Sicilia, Sardegna, Malta, Ischia ed Elba e sulle rupi prossime al mare della Calabria e soprattutto la Arborescens è tipica dei giardini della Riviera. Le piante di Aloe tollerano spesso il freddo ma non l’umidità, alcune specie crescono in alta quota, dove per qualche ora la temperatura può scendere sotto lo 0°. Il terreno dove alloggiano deve essere ben drenato ed in inverno non vanno annaffiate. Le foglie se bagnate devono asciugare in fretta ed è bene non bagnare il cuore della rosetta, perché tende facilmente a marcire. Il terreno deve essere sabbioso ma ricco, contrariamente a quanto si crede, le piante di aloe crescono bene in terreni molto fertili e la mancanza di nutrimento, assieme al cattivo drenaggio sono spesso le cause di insuccesso della loro coltivazione. Le piante si moltiplicano per lo più separando i polloni basali o con talee estive dei germogli laterali del fusto. Vanno messe in sabbia umida, dopo averle lasciate cicatrizzare ed asciugare per 2-3 giorni, si possono anche riprodurre per seme, ma è una via molto lunga e poco usata.

Percorso Storico dell’Aloe

L’Aloe, tra le molte piante di questo pianeta, vanta                   sicuramente una affascinante storia millenaria, testimoniata                   da molti testi antichi che ne documentano l’uso e le                   caratteristiche terapeutiche.

Definita pianta dell’immortalità dagli antichi Egizi, essa veniva piantata presso l’entrata delle piramidi per indicare il cammino dei Faraoni verso la terra dei morti; era utilizzata come ingrediente nella preparazione di sostanze per l’imbalsamazione (un caso per tutti, il Faraone Ramses II), sia in Egitto sia nell’antica Mesopotamia, ma era coltivata soprattutto ad uso terapeutico, si narra che Cleopatra facesse uso di Aloe come collirio mentre alcuni secoli prima la bellissima regina Nefertiti la usava per esaltare la bellezza ed il colorito della pelle facendo bagni di latte d’asina (o di giumenta ) e Aloe.(38)

Sempre gli antichi Egizi, inventori del clistere, la utilizzavano come enteroclisma purgante, associandola ad altre erbe. Persino la Bibbia fa riferimento più volte a questa pianta; ad esempio nel Vangelo di Giovanni, capitolo 19 verso 39, leggiamo che Nicodemo realizzò una miscela di Mirra ed Aloe per preparare il corpo di Gesù per la sepoltura, e nei Salmi (45:8), le vesti dei Re sono profumate di Mirra e Aloe.

Si sa, inoltre, che gli antichi Assiri ingerivano il succo di            Sibaru o Siburu (Aloe) per risolvere i disagi dovuti all’ingestione e alla formazione di gas intestinali. Non fu difficile per gli Assiriologi, infatti, identificare l’Aloe,nella decifrazione dei testi cuneiformi, sulle tavolette d’argilla ritrovate durante gli scavi in quella che doveva essere la biblioteca del re Assurbanipal (Dizionario Botanico Assiro di Thompson), laddove si poteva leggere: “Le foglie assomigliano a foderi di coltelli”.

Nella cultura Maya, l’Hunpeckin-ci (Aloe) era considerato un                   meraviglioso rimedio per il mal di testa; il succo si preparava in infusione, e veniva bevuta diluito con acqua,mentre le donne Maya strofinavano il gel (dal forte gusto amaro) sui seni per imporre lo svezzamento ai loro bambini.

Nel 1° secolo a.C., sia Dioscoride, medico greco al servizio dell’Impero Romano, che Plinio il Vecchio, autore del famoso trattato “Historia Naturalis”, descrivevano gli usi terapeutici del succo d’Aloe per curare ferite, disturbi di stomaco, stipsi, punture d’insetto, mal di testa, calvizie,irritazioni della pelle, problemi orali ed altri disagi.

Nel medioevo, con le crociate, i pellegrini di ritorno dalla terra santa portarono con sé dall’oriente questa piantina prodigiosa, contribuendo a una ripresa d’interesse nei suoi confronti.

Nel XII secolo la benedettina tedesca Hildegarda di Bingen scriveva “  il succo d’Aloe è caldo ed ha grande valore per il polmone e l’itterizia”.

Molto più tardi, anche Cristoforo Colombo, durante il viaggio verso il Nuovo Mondo, annotava nel suo diario: “Todo està bien, hay Aloe a bordo”.

Sicuramente, diverse civiltà e vari popoli attribuirono a                   questa pianta anche poteri magici ed esoterici: ad esempio,                   secondo un testo cuneiforme accadico di oltre 4000 anni fa,                   l’Aloe, posta davanti all’ingresso di molte case, in particolar modo di nuova costruzione, assicurava lunga vita e prosperità ai suoi residenti; ancora oggi, in Egitto è  considerata protettrice e portatrice di felicità se collocata presso le abitazioni.

Anche oggi, si può trovare all’interno dei negozi: qualcuno                   crede, infatti, che essa protegga il nucleo familiare assorbendo le energie negative portate da alcuni visitatori; un fiocco rosso attorno alla pianta, poi, serve ad invocare l’amore, mentre uno verde ad invocare la fortuna; in alcuni rituali, inoltre, è ancora utilizzata per il suo “potere energetico”.

Questo breve tracciato storico, che contempla anche aspetti legati alla superstizione, dimostra come l’Aloe, da oltre                   quattromila anni, faccia parte della medicina popolare nella                   storia dell’umanità.

Ai nostri giorni, dopo essere stata relegata ad un posto di                   second’ordine, com’è avvenuto per la maggior parte delle                   piante medicinali a causa di un uso generalizzato dei farmaci                   moderni, l’Aloe è tornata a far parlare di sé, in particolar                   modo a partire dal 1851, quando due ricercatori, Smith e                   Stenhouse isolarono un principio attivo con proprietà                   lassative che essi chiamarono Aloina.

Nel 1935, Creston Collins e suo figlio rivelarono, in un                   rapporto divenuto poi celebre, il possibile utilizzo dell’Aloe                   per sopperire agli effetti devastanti delle radiazioni; così,                   da quel momento, molti scienziati presero in considerazione                   uno studio più approfondito di questa pianta.

Arriviamo alla fine degli anni ’50, quando il farmacista                   texano Bill Coats riuscì a stabilizzare la polpa con un                   procedimento naturale: si aprirono, in tal modo, le porte alla                   commercializzazione per uso industriale di prodotti a base                   d’Aloe.

In precedenza i limiti erano posti dal problema                   dell’ossidazione del succo che non si conservava a lungo,                   alterandosi rapidamente una volta estratto a freddo dalla                   pianta. Alcuni ricercatori tentarono di risolvere il problema                   con l’esposizione del gel ai raggi ultravioletti, ma questo                   procedimento alterava la sua composizione chimica; si tentò                   inoltre con la pastorizzazione del gel a temperature superiori                   ai 60° dopo aver aggiunto perossido d’idrogeno, ma anche                   questo tentativo fallì.

Bill Coats fu il primo a realizzare un procedimento atto a                   conservare gli enzimi e le vitamine presenti nell’Aloe; tale                   procedimento consisteva nell’incubazione del gel con aggiunta                  di vitamina C (acido ascorbico), vitamina E (tocoferolo) e                   sorbitolo.

Il dottor G.W. Reynolds classificò, nel 1950, almeno 350         specie di Aloe; oggi, oltre 600 varietà di piante del genere                   Aloe, che appartenevano alla famiglia delle Liliacee, sono                   state classificate recentemente come Aloaceae.

Ben 125 specie sono state catalogate solo nel Sud Africa                   (inclusi lo Swaiziland ed il Lesotho), mentre le altre sono                   distribuite in ulteriori zone del continente africano, in                   Israele in India, in Pakistan, nel Nepal, in Cina, in                   Tailandia, in Cambogia, nei Caraibi, in Spagna, a Cuba,                   nell’America Centrale e del Sud, nell’America del Nord (Texas                   e Florida) e in Messico.

Il ceppo d’origine dell’Aloe, dunque, è da ricercare in                   (Reynolds, 1966).

Il suo habitat è tipico delle zone aride e desertiche e può                   raggiungere altezze che variano dai pochi centimetri ai venti                   metri, secondo la specie. Va chiarito che in botanica, in                   genere, si usa chiamare una pianta con la denominazione                   assegnata dall’ultimo studioso; per fare un esempio, l’Aloe                   Barbadensis o delle Barbados, di Miller, è il nome attuale                   dell’Aloe vera di Linneo e dell’Aloe Vularis di Lamarck.                   Il termine Aloe (“Allo eh” in arabo, “Halal” in ebraico, “Alohei” in Cina, Aloe nei paesi occidentali) deriva dalla radice                   greca “Als” o “Alos”, che significa sostanza amara, salata                   come l’acqua del mare. I suoi fiori vanno dal bianco-verdastro, per esempio, dell’Aloe Integra dello Swaziland che fiorisce da ottobre a dicembre; dal rosa-aranciato dell’Aloe Zebrina (distribuita in Botswana, Namibia, Angola e Zimbabwe), con fioritura da gennaio a marzo e da novembre a dicembre, secondo il clima, al rosa più intenso, con tendenza al rosso, dell’Aloe Peglerae presente in Magaliesberg, Witwatersberg (Petroria), con fioritura da luglio ad agosto.

Le tre specie più conosciute

Vediamo ora, in dettaglio, confrontandole fra loro, le tre                   specie più conosciute: l’Aloe Vera Barbadensis, l’Aloe                   Arborescens Miller e l’Aloe Ferox. Va, innanzitutto, detto che                   l’Aloe Vera, così battezzata e descritta da Linneo, l’Aloe                   Barbadensis di Miller, e l’Aloe Vulgaris di Lamarck sono la                   stessa pianta.

L’Aloe Barbadensis deve il suo nome alle Isole Barbados, ma è                   anche presente nel resto delle Antille, nei Caraibi e                   soprattutto sulla costa nord orientale dell’Africa da cui                   probabilmente si diffuse.

Il problema del nome, è complicato dal fatto che Miller aveva                   a sua volta denominato e battezzato Aloe Vera un’altra varietà                   di Aloe, creando una certa confusione nell’ambiente botanico.                   Così, oggi, abbiamo sia l’Aloe Barbadensis, chiamata spesso                   Aloe Vera, sia un altro tipo di Aloe denominata Aloe Vera                   qualità Vera, per differenziarla dalla prima.

Confrontandole, però, è abbastanza facile distinguere la                   Barbadensis dall’Aloe Vera qualità Vera, pur senza essere dei                   botanici di professione: la prima ha le foglie raccolte                   intorno ad un rosone centrale, mentre l’altra ha le foglie                   sovrapposte.

L’Aloe Barbadensis può raggiungere un’altezza massima di 60-90

cm, e vive, in genere, cinque anni. Le sue foglie spinose                   possono raggiungere una lunghezza di 40-50 cm, con una                   larghezza alla base che varia dai 6 ai 10 cm. Queste foglie,                  maculate in fase di crescita, assumono un colore verde                   uniforme allo stato adulto, rivestite da una pellicola                   protettrice che permette alla pianta di filtrare l’aria e                   l’acqua.

Sotto questa membrana troviamo un primo strato cellulosico che racchiude cristalli di ossalato di calcio e le cellule pericicliche dell’Aloina, l’essudato giallo-rosato con proprietà lassative. Racchiuso in questa triplice protezione vegetale, troviamo il Parenchima, un tessuto incolore costituito dal gel della pianta così tanto ricercato. La  qualità di quest’ultimo dipende molto dal tipo di clima e dall’irrigazione.

L’Aloe Arborescens, spesso confusa con l’Aloe Mutabilis, presenta le seguenti caratteristiche: il suo tronco può superare i due metri di altezza; le foglie vanno dal colore grigio – verde al verde chiaro e possono arrivare ad una lunghezza di 50, 60 cm. Il suo paese di origine è il Sud Africa. Chiamata anche Aloe del Capo (Cape Aloe), cresce spontaneamente nella provincia del Capo, nel KwaZulu-Natal, nel Mpumalanga e nel nord della provincia, nel Mozabico, nello  Zimbabwe e nel Malawi. Oggi diffusissima in varie parti del globo, questa specie fiorisce da maggio a luglio e i suoi fiori possono essere gialli, rosa o arancio. Poiché contengono poca acqua, le foglie presentano una quantità maggiore di principi attivi.

L’Aloe Ferox, infine, è molto robusta e la sua altezza varia                   dai 2 ai cinque metri nelle piante più vecchie. Le sue foglie,                   molto carnose, hanno una tendenza di colore che va dal verde                   al grigio – verde, con spine di colore più scuro rispetto alla                   foglia. Presenta infiorescenze erette, con 5-12 fiori rosa – corallo disposti in verticale su un unico stelo; generalmente                  confusa con altre specie (A. Marlothii, A. Spectabilis),                   fiorisce da maggio ad agosto (nelle zone più settentrionali,                   invece, da settembre a novembre). È anch’essa originaria                   dell’Africa meridionale; in particolar modo, è diffusa nelle                   zone aride della provincia del Capo (est ed ovest), nel sud                  del kwaZulu-Natal e in alcune zone del sud-ovest del Lesotho.

Contornata fin dall’antichità da un affascinante alone mistico e magico, l’Aloe è da sempre considerata una sorta di panacea capace di guarire ogni malanno umano, per le sue molteplici proprietà.

Una caratteristica curiosa è d’essere classificata anche tra le rare piante domestiche antinquinamento, per la spiccata capacità di liberare ossigeno e assorbire anidride carbonica costantemente, anche di notte.

L’Aloe è una pianta sempreverde, tecnicamente denominata Xerofita o Succulenta. Ha la capacità di vivere in ambienti aridi e in periodi di lunga siccità riuscendo, grazie alla resistente cuticola, ad evitare l’eccessiva traspirazione dalla superficie fogliare. La mucillagine contiene inoltre, nello spessore del parenchima, una sorta di tessuto spugnoso capace di trattenere l’acqua filtrata dalle radici e dalle foglie.

Pianta Angiosperma recentemente assegnata alla famiglia delle Aloaceae, comprendente circa 350 varietà distinte per tipologie e luogo d’origine. Raggiunta la maturazione, dopo 3-4 anni di vita, solo alcune specie contengono un’elevata gamma di preziosi elementi che intervengono con armoniosa sinergia nell’organismo. La straordinaria lista di minerali, antrachinoni, mono e polisaccaridi, aminoacidi, enzimi, vitamine, ne fa una vera miniera di composti nutritivi e curativi. Le specie all’attenzione della ricerca scientifica sono:

Aloe Barbadensis: originaria delle Barbados, isole delle piccole Antille nell’America Centrale e coltivata in tutto il mondo in modo intensivo. Comunemente chiamata Aloe Vera, può raggiungere l’altezza massima di 70-100 cm e vive generalmente 5-7 anni. Le foglie, raccolte intorno ad un rosone centrale, sono molto grosse e bordate di spini, maculate durante la crescita per divenire verde uniforme nella fase adulta e hanno una larghezza alla base che varia dai 6 ai 20 cm. Non la prima per contenuti di principi attivi e ideale per l’industria cosmetica, domina anche il mercato dei preparati per uso interno, sia per la facile coltivazione ad alta resa sia per la lavorazione facilitata dalla dimensione delle foglie.

Aloe Ferox Miller: originaria del Capo di Buona Speranza in Sudafrica è acclimatata benissimo anche in alcune zone del Mediterraneo. Ha forma di cespuglio perenne arborescente con un solo fusto di 2-3 metri coperto dai residui di foglie essiccate. Porta nella parte superiore una rosetta fiorale a lunghe e robuste foglie lanceolate verde-azzurro, munite di spine lungo i bordi e anche sulle pagine fogliari, per questo alcune fonti attribuiscono la radice di Ferox a “feroci”. Nella stagione invernale fuoriescono dalle rosette fiorali le infiorescenze, costituite da un grappolo (o racemo) a più scapi con ramificazioni ricoperte da fiori strettamente addensati di colore arancio o giallo-arancio. Ha una più bassa concentrazione di zuccheri e d’antrachinoni della sorella Arborescens e ha particolare rilevanza per gli alti contenuti di Ferro, vera derivazione dell’attributo Ferox. E’ anche la fonte del caratteristico sapore amaro del famoso liquore “Fernet”.

Aloe Saponaria: sembra priva di fusto per il limitatissimo sviluppo d’internodi (pianta acaule) e presenta una rosetta di foglie ornate di forti spine marginali cornee e di macchie bianche allungate e disposte in bande trasversali. L’infiorescenza forma un grappolo corimboso, di colore rosso vivo.

Non ha gran rilevanza nelle applicazioni produttive, che le riservano nicchie nell’ambito cosmetico.

Aloe Succotrina o Socotrina: originaria delle isole Socotra nel golfo d’Aden, ha foglie caratterizzate dalla forma a cucchiaio, fiorisce in gennaio-febbraio con grappoli rossastri lucenti. Il nome Aloe Succotrina è la denominazione commerciale del succo, molto noto ai Greci e apprezzato dal punto di vista medicinale sin dal IV secolo a.C.

Aloe Arborescens: originaria del Sudafrica e coltivata in varie zone tropicali, ha trovato nel bacino del Mediterraneo un habitat ideale, che permette di esaltarne la quantità e la qualità dei contenuti. In Italia è coltivata in varie zone costiere temperate, specialmente in Calabria e in Sicilia, dove sembra essere stata importata dai Fenici. L’Aloe arborescens contiene i principi attivi in percentuale più elevata rispetto all’Aloe vera. Pertanto si consiglia la coltivazione dell’Aloe arborescens (fiore arancione), rispetto all’Aloe vera. Possibilmente su terreno mischiato con sabbia.

Aloe candelabra, si presenta come un arbusto assai ramificato fin dalla base, essendo questa specie pollonifera può formare cespugli anche di tre metri. I fusti non sono molto robusti ma numerosi e questo conferisce alla pianta un aspetto eretto-ricadente, contorto e ramificato. Le foglie sono eleganti, arcuate, verdi-blu, lunghe e strette, ornate di denti spinosi, robuste nella parte più alta della pianta che tende ad eliminare quelle secche nella parte bassa. Raccolte in rosette da ciascuna delle quali fuoriescono, tra autunno e primavera, da uno a quattro fusti (scapi fiorali) recanti pannocchie coniche di fiori rossi. Catalogata in sette specie originarie s’ibrida facilmente generando diverse varietà che in commercio sfruttano l’appellativo Arborescens. Le varianti d’aspetto sono più o meno evidenti: in alcuni casi complicano l’identificazione della specie d’origine anche agli stessi addetti ai lavori, in altri sono chiari aumentando considerevolmente il volume delle foglie. Molto evidenti sono altresì le diverse qualità e quantità degli elementi chimici presenti tra la specie originaria e gli ibridi derivati, l’Aloe Arborescens Miller è la più ricca dei principi attivi caratteristici della pianta. I costi produttivi della specie originaria sono elevati, soprattutto in relazione alla scarsa resa quantitativa delle coltivazioni e alla difficile lavorazione dovuta alle ridotte dimensioni di pianta e foglie.

Aloe Chinensis: originaria della Cina e scarsamente coltivata in zone subtropicali. Raggiunge i 30/40 cm in età adulta. Ha foglie dure, spesse e carnose di colore verde-smeraldo difese da spine robuste, fiorisce in periodi diversi secondo il clima (maggio-agosto nelle regioni tropicali) con fiore rosso corallo sfumato giallo. Molto dotata di principi attivi, è scarsamente considerata dalla farmacopea per le sue ridotte dimensioni e la fragilità, che aggiunte alla scarsa reperibilità rendono proibitivo il costo produttivo.

Proprietà Terapeutiche 

PROPRIETA’ ANTINVECCHIAMENTO

Gli oligoelementi presenti sono forti agenti antiossidanti e antinvecchiamento cellulare. La prolina, aminoacido non essenziale, è costituente del collagene, il quale migliora tenuta ed elasticità dei tessuti epidermici. Le saponine favoriscono una migliore desquamazione epiteliale. L’apporto vitaminico e minerale stimola la buona irrorazione sanguigna con relativa migliore ossigenazione e più veloce espulsione delle tossine: la pelle e i tessuti sono protetti dall’attività degenerativa dei radicali liberi producendo un effetto “antietà”. La composizione del complesso d’aminoacidi è identica a quelle delle papille e dei follicoli del capello producendo un effetto chimico simile quella della cheratina, rigenerando i bulbi inattivi, favorendo così la ricrescita dei capelli e il loro irrobustimento.

PROPRIETA’ ANTIBIOTICA

L’Aloe possiede uno straordinario potere antibiotico naturale. L’azione è sostenuta dai diversi glicosidi antrachinonici come le aloine e l’acido aloetico. In realtà l’acemannano svolge la funzione di preparare i tessuti ad accogliere gli antrachinoni: l’aloemodina e l’enzima bradichinasi possono svolgere così la loro azione antibiotica, battericida e germicida. Il sistema immunitario e’ coinvolto in una pronta reazione contro gli attacchi patogeni esterni, producendo più macrofagi, interferone e interleuchine.

PROPRIETA’ ANTIBATTERICA ANTISETTICA

L’azione è garantita da tre elementi: le saponine, l’acido cinnamico e l’acido salicilico. Le saponine sono glisolidi che esercitano un’azione purificante, antisettica e antimicrobica in modo innocuo per i tessuti cellulari limitrofi. L’acido cinnamico svolge un’attività antisettica e germicida di rilievo mentre l’acido salicilico, oltre ad essere un buon anestetico, svolge una spiccata azione antisettica.

L’effetto delle lignine e degli acidi cinnamico e crisofanico è immediato ed è dovuto alla loro struttura antracenica, si manifesta con effetto citotossico sulla superficie cellulare liberando la cellula dai batteri. Svolge un’azione battericida sulla placca dei denti con la pulitura dei canali.

PROPRIETA’ ANTIDOLORIFICA ANTIFIAMMATORIA

L’attività analgesica è dovuta a tre molecole diverse (l’estere dell’acido cinnamico, l’isobarbaloina, l’acido salicilico) e ad un enzima (la bradichinasi).

Il lavoro sinergico di questi quattro composti, supporta l’azione dell’acemannano e produce le proprietà analgesiche, anestetiche e antidolorifiche.

Tra le proprietà più osservate e documentate, l’azione calmante sui tessuti infiammati è pari a farmaci di sintesi a base di steroidi senza averne i tossici effetti collaterali. L’attività antiflogistica è dovuta ai tre steroidi vegetali: lupeolo, beta sitosterolo e il campesterolo. L’acemannano sviluppa la produzione dei macrofagi, capaci di fagocitare, inglobando al proprio nucleo le molecole o gli organismi incompatibili col corretto funzionamento metabolico diminuendo gli effetti tumefanti. L’enzima bradichinasi entra nel sistema organico della gestione del dolore inibendo la formazione delle chinine, le molecole prodotte dall’organismo preposte a fronteggiare l’infiammazione nascente.

PROPRIETA’ ANTIMICOTICA

E’ svolta efficacemente da due acidi organici: l’acido cinnamico e l’acido crisofanico, il primo opera come germicida, il secondo come fugicida, depurativo, lassativo, diuretico e stimolatore delle secrezioni biliari.

PROPRIETA’ ANTIOSSIDANTE

Molti gli elementi presenti nell’Aloe che elaborano effetti antiossidanti che neutralizzano i radicali liberi, i noti prodotti degli agenti tossici. I minerali manganese e rame, le vitamine B2, B6, C, E ed l’aminoacido cisteina sono i più specifici, il loro formidabile lavoro sinergico produce effetti importanti nel contrastare l’ossigeno monovalente prodotto dalle reazioni secondarie nell’organismo e responsabile della distruzione dei tessuti intracellulari e dell’insorgenza di attività precancerose.

PROPRIETA’ ANTITUMORALE

L’Aloe vanta un insieme di sostanze che bloccano e migliorano le situazioni cellulari precancerose. Insieme alle sostanze antiossidanti già viste troviamo lo zinco e le vitamine del gruppo B, la B12 e l’acido folico. Le ricerche sono volte a dimostrare la marcata azione che lo zinco svolge nell’aumento dell’attività linfocitaria inibendo tumori indotti da sostanze tossiche. La vitamina B12 è testata con successo soprattutto nei tumori generati dal fumo, assieme all’acido folico svolge un’attività sinergica nei processi di duplicazione cellulare in particolare modo nei tessuti bronchiali e polmonari. L’acido folico, capostipite dei folati partecipa a diversi processi metabolici cellulari, in particolare modo nella sintesi delle proteine, e soprattutto nella duplicazione del DNA. Essendo proprio nella divisione cellulare che avvengono le situazioni di sensibilità e fragilità del corredo genetico, si può definire l’acido folico un anticancerogeno.

PROPRIETA’ ANTIVIRALE

L’acemannano è una molecola che produce effetti antivirali ed immunomodulanti capaci di regolare le difese immunitarie sulle necessità dell’organismo. Svolge inoltre una funzione importante sulla produzione di macrofagi, linfociti T e cellule beta nel pancreas. Sono stati ottenuti risultati sorprendenti anche per l’interazione che l’acemannano ha con il virus HIV fermandone lo sviluppo. Sono inoltre limitati i danni provocati dall’uso di medicinali anti-retrovirali come l’AZT. Aumenta quindi l’azione depurativa del sangue.

PROPRIETA’ IMMUNOMODULANTE

Attività di grande importanza è dovuta ai glucomannani aventi una larga varietà d’effetti protettivi e immunostimolanti, alcuni già citati in precedenza.

Nel caso dell’Aloe Arborescens Miller la natura ha reso disponibili questi preziosi polisaccaridi, il mannano acetilato in modo unico, nella forma più concentrata, attiva e ideale al loro assorbimento dall’organismo tra le riconosciute. Vogliamo qui ricordare come la prima attività di questi potenti zuccheri complessi riguardi tutto il sistema gastrointestinale e da supporto ad ogni organo dell’apparato, agevolandone le varie funzioni e riparando al circolo vizioso che i molteplici danni dovuti ad anomalo assorbimento dei cibi generano a catena sulle varie parti dell’organismo e del sistema immunitario.

PROPRIETA’ NUTRITIVA

E’ testimoniata dalle diverse sostanze dall’alto valore nutritivo presenti nell’Aloe. Gli oltre dieci minerali presenti svolgono varie attività nutritive: il calcio per la costituzione d’ossa e cartilagini, il magnesio per il buon funzionamento dei muscoli cardiaci, il cromo per il metabolismo del glucosio e il rame per i suoi poteri antiossidanti. Le vitamine siano esse liposolubili (A, C, E) o idrosolubili del gruppo B, sono necessarie al metabolismo e devono essere assunte quotidianamente, l’Aloe con la sua lunga lista, ne è una miniera.

Gli aminoacidi svolgono azione nutritiva d’alto valore essendo i costituenti di gran parte degli enzimi, degli ormoni e dei tessuti muscolari ed epiteliali.

Altre molecole, come gli zuccheri semplici, forniscono energia immediata ed enzimi digestivi, migliorando l’assorbimento nutritivo.

L’acemannano interagendo con le membrane cellulari indebolite da processi digestivi e nutritivi deteriori, favorisce lo scambio delle sostanze tossiche con l’esterno e delle nutritive all’interno.

PROPRIETA’ PURIFICANTE

L’attività è sviluppata da diversi elementi ed è il risultato della sinergia fra loro. L’aloina, come tutti gli antrachinoni, produce effetti lassativi e drenanti, il primo dei lavori che l’organismo compie per espellere ciò che lo intossica. Coadiuva gli antrachinoni anche l’acemannano sia rinforzando le pareti cellulari sia con lo stimolo della mobilità intestinale e la rimozione delle proteine allergeniche da tutto l’organismo, nell’apparato intestinale in particolare, inoltre limita i danni provocati dall’utilizzo di medicinali retrovirali come l’AZT. Le saponine hanno potere detergente ed esfoliante. Il potassio è un minerale importante nell’azione d’eliminazione dei prodotti di scarto derivati dalle ossidazioni all’interno del citoplasma.

PROPRIETA’ RADIOPROTETTIVE

IL calcio associato alla vitamina A, il retinolo e il betacarotene produce una difesa dello strato epidermico contro i danni radioattivi. Per i danni epiteliali più ingenti dovuti ad azione di radioterapie, gli enzimi proteolitici fungono da agenti ristabilizzanti, assimilando il tessuto guasto ed accelerando la fase degenerativa tessutale. L’enzima bradichinasi blocca le reazioni infiammatorie, mentre l’acemannano accelera la fase di ri-epitelizzazione (rigenerazione dei tessuti) e stimola l’intervento delle specifiche difese immunitarie.

PROPRIETA’ CICATRIZZANTE E RIEPITELIZZANTE

Tra le caratteristiche più evidenti e più note della pianta. L’uso topico del gel d’Aloe è un’azione complementare a quell’antinfiammatoria, che la cicatrizzazione e la riepilizzazione della pelle e dei tessuti. I glucomannani stimolano l’attività dei macrofagi per favorire crescita di tessuti e fibroplasti. Sono presenti inoltre degli ormoni vegetali (giberelline e auxine) che stimolano la riproduzione cellulare.

Efficacia di Aloe vera crema nella terapia delle ustioni

L’aloe è riconosciuto da secoli come una pianta medicinale utile nella terapia delle ustioni. Il suo uso clinico, tuttavia, è limitato a causa dell’instabilità del gel ottenuto da questa pianta, con conseguenti inconvenienti nella preparazione, e confusioni nei dati farmacologici. Al gel di aloe fresco è stata affiancata, perciò, in questo studio, una preparazione stabile contenente il 50% di gel di aloe. Entrambi i preparati sono risultati efficaci nella rinormalizzazione dell’assetto cutaneo su zone con ustioni di primo e di secondo grado, consentendo di ridurre lo stato infiammatorio e di accelerare la riepitelizzazione. Nel caso di ustioni di terzo grado, restava comune ad entrambi i preparati l’azione antiflogistica; solo la crema, tuttavia, era in grado di favorire il processo di riepitelizzazione, verosimilmente grazie al miglior assorbimento dei principi attivi della droga, veicolati dalla crema base.

Inibendo l’evoluzione dei danni cutanei legati all’ustione, l’aloe si conferma una droga ideale nella terapia di questo tipo di patologia. 

Meccanismo d’azione

Studi recenti si sono incentrati sulla farmacologia del gel di aloe e sul suo meccanismo d’azione. Alcuni hanno esplorato l’attività immunoreattiva ed immunomodulatoria di diverse specie di Aloe. Le ledine isolate in una parte del gel di A. vera hanno evidenziato un’elevata attività emagglutinante e mitogenica. L’aloctina A, isolata dalle foglie di A. arborescens, posta in coltura con cellule umane T e cellule accessorie, ha condotto ad una produzione di quantità diverse di linfochinine, quali interleuchine-2 (IL-2), IL-3 ed interferone-y (INF-y). Recentemente è stato scritto che l’aloctina A ha la proprietà di aumentare l’attività delle cellule killer e di indurre la citotossicità cellulare in tumori singenici ed allogenici in vitro, l’aloctina A ha inoltre evidenziato attività antiinfìammatoria, antiulcera (inibizione della secrezione gastrica e delle lesioni gastriche) ed antitumorale. La lectina si è anche dimostrata attiva contro l’edema e capace di effetto potenziante per l’artrite nei ratti.

La carbossipeptidasi (da A. arborescens) ha evidenziato significativi effetti analgesici (comparabili con quelli della bromelina) e la capacità di inibire l’aumento della permeabilità vascolare nel topo con infiammazione addominale provocata da acido acetico. È inoltre presente nei ratti un significativo effetto vulnerario sulle ferite provocate dalle scottature; tuttavia l’effetto risulta maggiore se l’aloe è usato come agente profilattico piuttosto che applicato dopo la bruciatura. È stato ipotizzato che la carbossipeptidasi possa essere uno degli agenti antiinfiammatori dell’aloe, sebbene altri costituenti possano contribuire a tali effetti.

Una recente rassegna dedicata agli studi farmacologici giunge alla conclusione che l’aloe è in grado di favorire la cura delle ferite; essa presenta valore terapeutico in caso di bruciature e di una vasta gamma di ferite dei tessuti morbidi, previene l’ischemia progressiva del derma provocata da bruciature, congelamento, danni da shock termici, ferite da colpi, abusi intrarteriali da droga ed altri danni non in sintonia con l’etiologia del trauma. L’aloe è in grado di penetrare all’intemo dei tessuti offesi, di alleviare il dolore, di agire da antiinfìammatorio, di dilatare i capillari, aumentare l’afflusso di sangue alla parte danneggiata. L’aloe ha inoltre attività antitrombossanica, mantenendo il rapporto in prostaglandine, senza causare il collasso del vaso sanguigno offeso. Gli estratti di aloe O/A aumentano in maniera significativa i livelli di collagene solubile, il che porta ad ipotizzare un effetto topico contro l’invecchiamento. È stata pubblicata anche un’eccellente review sugli usi terapeutici dell’aloe.

PROPRIETA’ ANTINQUINAMENTO

Già citato nella premessa come curiosità, oltre alle molteplici virtù negli usi tradizionali, l’Aloe non smette di stupire per la sua polifunzionalità essendo anche classificata tra le rare piante domestiche antinquinamento per la spiccata capacità di liberare ossigeno e assorbire anidride carbonica costantemente, anche di notte, facendone consigliare la presenza in camera da letto.

Studi Chimici 

Contiene composti antrachinonici in parte liberi (0.05 – 0.5%) e in parte combinati sotto forma glucosidica (5 – 25%) .

I glucosidi, detti aloine o barbaloine, sono anidroglicosidi dell’aloemodin-antrone: composti molto acidi anche al trattamento acido.Prodotti dalla sintesi clorofilliana capace di trasformare in zuccheri l’energia solare, sono tra i grandi protagonisti della molteplice azione dell’Aloe .

I monosaccaridi, o zuccheri semplici, svolgono un’azione specificatamente energetica ed hanno ruolo di primaria importanza nella duplicazione cellulare. Nell’Aloe sono presenti: glucosio, mannosio, arabinosio, golattosio e ramnosio.

I polisaccaridi, detti anche glucomannani sono degli zuccheri complessi, le loro lunghe catene costituite dai due zuccheri semplici glucosio e mannosio, sono tra i pilastri delle proprietà curative e cosmetiche della pianta.

Il glucomannano presente in maggior quantità e dotato di potenti attività benefiche è l’acemannano. Questo speciale mucopolisaccaride è noto per le proprietà trasmesse per uso topico e svolge, nell’uso interno, importanti ruoli nelle attività di tutti gli organi e principalmente su due sistemi strettamente interdipendenti: il sistema gastrointestinale e il sistema immunitario.

L’ Acemannano, che agisce in funzione antigenica, ricordando almeno in parte l’azione del beta-Glucano, strutturalmente, è una lunga catena acetilata e idrosolubile formata da Mannosio e Glucosio in un rapporto stechiometrico di circa 6 a 1. Come molecola estranea antigenicamente all’organismo, e poiché dotata, a causa della sua particolare conformazione polisaccaridica, di elevata capacità di assimilazione da parte dei villi intestinali, essa spiega, pur in considerazione della sua relativamente scarsa concentrazione, la sua buona capacità d’induzione di risposta immunitaria da parte dei linfociti T gamma-delta ben presenti nelle circa 150 stazioni linfonodali dell’intestino, con successiva induzione di Cascata Immunitaria (linfociti T sensibilizzati ad azione citotossica diretta [Tc], linfociti Killer [azione citotossica cellulo-mediata anticorpo-dipendente], linfociti Natural Killer [azione citotossica cellulo-mediata non anticorpo-dipendente], o da monociti-macrofagi…): una Cascata Immunitaria che sembrerebbe caratterizzata, a distanza di 1-2 mesi dall’inizio delle somministrazioni orali del composto di Aloe arborescens (rapporto 1 a 2 fra tritturato fresco di Aloe e Miele) da un quadro di Peritonismo diffuso a partenza gastrica, ileo-cecale o epatica, della durata di quasi una settimana, seguito da successivo picco ematico di linfociti in assenza di incremento di altri sotto-gruppi di globuli bianchi.

Le aloine delle diverse specie (capaloina, socaloina, etc.) sembra siano tutte identificabili alla barbaloina ed a miscele della stessa isobarbaloina, suo isomero.

Gli ANTRACHINONI Definiti gli spazzini del corpo per l’attività purificante e lassativa tra le più efficaci disponibili, hanno proprietà antibiotiche, antibatteriche, analgesiche e purgative. Tra i protagonisti dell’azione dell’Aloe, gli antrachinoni sono un esempio evidente del lavoro sinergico compiuto dai componenti chimici della pianta, necessitando gli uni degli altri per realizzare i singoli interventi.

Aloina: è contenuto esclusivamente nell’Aloe, è un glucoside antrachinonico con marcata azione purgante e disintossicante, è anche un formidabile antibiotico.

Isobarbaloina: ha importanti proprietà analgesiche e antibiotiche.

Acido aloetico: è un antibiotico naturale in sinergia con aloina, isobarbaloina e aloemodina.

Aloemodina: si trova nella parte interna della cuticola a contatto del gel, dotato di spiccate proprietà battericida, lassativa e antibatterica. E’ allo studio come un protagonista dell’azione antitumorale e antivirale attribuita all’Aloe.

Acido cinnamico: è antibiotico, antisettico, germicida e fungicida. Interviene nei processi infiammatori come anestetico e analgesico e opera anche da radioprotettore della luce solare. Per la sua struttura è detergente, qualità che gli ha fatto assumere ruoli importanti nell’industria cosmetica.

Acido salicilico: prende nome dal salice piangente e famoso per essere il composto principale dell’aspirina è antidolorifico e antireumatico. Svolge funzioni antisettiche, antinfiammatorie e antibatteriche.

Estere d’acido cinnamico: è analgesico e anestetico. L’olio essenziale: è un tranquillante.

Acido crisofanico: possiede un radicale antrachinonico con le relative qualità depurative, diuretiche e lassative. E’ stimolatore della secrezione biliare e fungicida soprattutto per l’intestino e per la pelle. Dal sapore amaro e forte è tonico e digestivo lo troviamo, infatti, anche come principio attivo nel Rabarbaro.

I principi antrachinonici liberi sono l’aloemodina e l’acido crisofanico.

Tra gli altri componenti dell’aloe si notano una resina (16 -63% )  a carattere fenolico e delle sostanze ormonosimili.

Le Farmacopee nazionali e internazionali fanno riferimento al succo essiccato e non ai prodotti ricavati da foglia fresca. Il succo essiccato si ottiene dalle foglie tagliate alla base nel periodo di massimo turgore della pianta e poi appese a fasci con il taglio verso il basso in modo da raccoglierne solo il liquido che cola spontaneamente, per autolisi, dalle pareti sottili delle cellule escretrici. Il liquido così raccolto è concentrato a secco ottenendo, secondo il metodo seguito, due tipi di succo commercialmente denominati Aloe epatica e Aloe lucida. Il succo essiccato contiene numerose sostanze attive, composti fenolici, glicosidi antrachinonici ed altri glicosidi alle quali sono attribuite proprietà amaro-toniche, rinfrescanti, digestive, leggermente lassative e nutrienti.

Struttura della foglia di Aloe

                                                     Stomi sulla superficie della foglia

                                                      Cellula epidermica

                                                     Parenchima che produce i succhi acidi

                                                     (Aliona, Aloemodina)

                                                      cristalli di calcio      

                                                      cellule pericicliche con succo acido di aloe

                                                      cellula parenchimale che conserva il                                                                                                                                                                  

                                                      succo amaro

                                                      deposito di sale amaro

Oggi si studia anche la composizione e l’azione del gel interno e di tutta la foglia usati freschi, con particolare riguardo a quelli ottenuti da Aloe Vera e Aloe Arborescens. Il gel, liquido gelatinoso e opalescente, è un idrocolloide i cui costituenti principali sono i glucomannani (o mucopolisaccaridi) che sono prodotti dallo strato più profondo e centrale della foglia, il parenchima. Il gel ricavato dall’Aloe Vera è indicato per uso esterno come cicatrizzante, rigenerante, detergente quello ottenuto dall’Aloe Arborescens si utilizza prevalentemente ad uso interno per l’azione disintossicante e per le sue proprietà adattogene e stimolanti.

Ricordiamo che il contenuto di principi attivi dell’Arborescens è fino a tre volte superiore a quello della Barbadensis o Vera.

Il frullato dell’intera foglia permette di avere a disposizione anche gli antrachinoni presenti nella cuticola, che sono tra i protagonisti della sinergia d’azione che l’Aloe opera sull’organismo.

L’ottica industriale ha indotto la ricerca di sistemi conservativi a causa della relativa alterabilità che ha il prodotto fresco. Il più usato è la stabilizzazione nei suoi diversi metodi d’applicazione. Nonostante i pareri discordi sull’integrità del prodotto a seguito del processo stabilizzante, è provato che la foglia fresca dia risultati migliori, mantenendo inalterate tutte le proprietà curative della pianta. L’aggiunta di conservanti naturali e chimici è largamente diffusa.

Il frullato fresco d’Aloe Arborescens è un idrocolloide costituito da una vasta gamma di composti che si possono ricondurre a tre grandi gruppi:

1)   gli zuccheri complessi ad azione immunostimolante, che si trovano nel gel interno, tra i quali spicca l’acemannano.

2)   gli antrachinoni con azione purificante e lassativa che si trovano invece nella parte più esterna della buccia.

3)   altre sostanze dall’alto potere nutritivo, antinfiammatorio, analgesico e antimicotico quali: vitamine, minerali, aminoacidi essenziali, non essenziali e semi-essenziali, acidi organici, fosfolipidi, enzimi, lignine e saponine.

La quantità limitata di alcuni dei componenti presenti non condiziona l’efficacia del preparato, anzi, è proprio nell’azione sinergica di microstimolo omeopatico e interattiva di tutte le sostanze presenti che si trova una delle ragioni fondamentali delle straordinarie proprietà attribuite all’Aloe Arborescens Miller.

VITAMINE

A (betacarotene): coadiuva la crescita e la rigenerazione dei tessuti, delle mucose e della pelle, aiuta la formazione delle ossa e dei denti, stimola la crescita dei capelli, è antianemico e antiossidante, sostiene il sistema immunitario, aiuta la vista.

B1 (tiamina): è necessaria alla crescita dei tessuti, mantiene pelle e capelli sani, stimola la crescita, migliora la digestione.

B2 (riboflavina): in combinazione con la B6 produce le cellule sanguigne vitali per il sistema circolatorio, aiuta nel mantenimento ed irrobustimento dei tessuti, della pelle, dei capelli e delle unghie.

B3 (nicotinammide): coadiuva la regolazione del metabolismo, aiuta il sistema muscolare.

B6 (piridossina): aiuta la produzione di cellule ematiche, basilare nel timo per la generazione delle cellule T preposte alla distruzione delle cellule di scarto, necessaria al sistema nervoso, ha azione antistress, previene la calcolosi.

B12 (cobalamina): fattore energetico essenziale per il sistema nervoso, produce globuli rossi, si trova usualmente nella carne e nei derivati del latte, molto raramente nelle piante, l’Aloe è quindi veramente benefica per i vegetariani in quanto la mancanza di B12 provoca anemia ed altri disturbi neuropatologici.

C (acido ascorbico): combatte le infezioni sostenendo il sistema immunitario e favorisce la cicatrizzazione e la produzione del sangue, è antiossidante, necessario alla formazione di collagene, fondamentale nutrimento per i tessuti e per la pelle. Stimola la produzione di proteine, migliora l’attivazione di calcio a beneficio di denti ed ossa, previene raffreddori, coadiuva all’assorbimento del ferro.

E (tocoferolo): è una vitamina essenziale, insieme alla vitamina C aiuta a combattere le infezioni, è antiossidante e sostiene il sistema immunitario.

M (acido folico): vitamina del complesso B, favorisce la formazione del sangue.

MINERALI

L’Aloe contiene più di 20 sali minerali, tra i quali:

Calcio e fosforo: elementi di primaria necessità nei processi metabolici e componenti delle membrane cellulari, sono fondamentali per i sistemi osteoarticolare e muscolare sia scheletrico sia cardiaco, favorendo la crescita di denti, di ossa e di cartilagini.

Cromo: aiuta a mantenere adeguati i livelli di zuccheri nel sangue, regola il metabolismo del glucosio ed il sistema circolatorio.

Ferro: è tra le necessità primarie dell’organismo, trasporta l’ossigeno nei globuli rossi e contribuisce alla resistenza dell’organismo alle infezioni, fondamentale per il funzionamento di vari enzimi.

Germanio: capace di riequilibrare l’organismo in caso di crisi dei sistemi immunologici come le autoimmunità e le immunodeficienze.

Magnesio e manganese: sostengono il sistema nervoso e i muscoli.

Potassio (sorbato): regola i componenti fluidi del sangue e dei muscoli.

Rame: necessario alla formazione del sangue, converte il ferro corporeo in emoglobina contribuendo alla formazione di globuli rossi.

E’ essenziale per l’utilizzo della vitamina C.

Selenio: è presente nell’organismo in quantità molto ridotte ma il suo intervento è formidabile, noto come sostanza antitumorale riduce l’incidenza delle varie patologie degenerative connesse all’invecchiamento.

Sodio: insieme al potassio contribuisce all’equilibrio dei fluidi corporei, veicola gli aminoacidi e il glucosio nelle cellule del corpo.

Zinco: stimola il sistema immunitario.

AMINOACIDI

Gli aminoacidi essenziali, sono necessari nella formazione delle proteine e sono fondamentali per tutte le funzioni dell’organismo. Rappresentano la struttura stessa delle proteine, molecole che sono costituenti fondamentali degli organismi viventi.

L’Aloe vanta nella sua composizione chimica otto dei nove aminoacidi ufficialmente classificati essenziali.

Isoleucina: aiuta la formazione di emoglobina, è ideale per chi fa sport per le capacità di anabolizzare le sostanze introdotte in energia immediata o di riserva.

Metionina: svolge attività lipotropica contribuendo in pratica alla riduzione dei grassi nel fegato, nella milza e nel sangue, prevenendo ostruzioni e accumuli, rivitalizza e rinforza i bulbi capillari.

Lisina: aiuta l’assorbimento dei grassi e coadiuva alla formazione delle proteine, rinforza il sistema immunitario, è antiossidante, difende dall’aggressione dei radicali liberi.

Leucina: è fondamentale in diverse reazioni chimiche. Interviene nella produzione dell’elastina che ha funzioni nella costituzione di ossa e pelle, abbassa il livello degli zuccheri nel sangue contribuendo al trasporto e all’assorbimento delle sostanze nutritive alle cellule, con il riequilibrio dei carboidrati.

Fenilalanina: stimola l’attività mentale, sessuale e la secrezione ormonale, ostacola il processo d’induzione dalle sostanze che portano a tossicodipendenza, ha inoltre capacità di scomporre le molecole contenute nel cervello chiamate encefaline, capaci di alleviare dolori cronici con azione antinfiammatoria e analgesica.

Triptofano: serve per l’assimilazione delle proteine nel pancreas, nella milza,  nel fegato e nella digestione in genere, ricopre ruolo fondamentale nella formazione dei muscoli, nella crescita e rigenerazione dei tessuti e nel rinnovamento dei globuli del sangue. Previene l’anemia, aumenta la resistenza alle malattie, aiuta nella difesa dai radicali liberi, aiuta a combattere l’insonnia ed è utile nelle terapie antidepressive.

Treonina: ha spiccate qualità metaboliche per le catene di lipidi prevenendo l’accumulo di grasso nel fegato e favorendone l’espulsione dal sistema urinario, fonte di glucosio è riserva energetica per fegato e muscoli favorendo la crescita.

Valina: definito glicogenico per la capacità d’essere fornitore d’energia per fegato e muscoli.

Gli aminoacidi non essenziali

Su 12 classificati, 10 sono presenti nell’Aloe:

Acido aspartico: aumenta le concentrazioni ematiche d’acidi grassi e diminuisce quelle di glucosio, ha proprietà tranquillanti.

Acido glutammico: fondamentale nel processo di metabolizzazione dei carboidrati, funge da carburante celebrale migliorando lo stato di vigilanza e procurando buonumore.

Alanina: permette una migliore risposta del sistema immunitario, essendo antiossidante, produce anticorpi ed emoglobine. Interagisce con alcuni aminoacidi (valina, leucina e isoleucina), mettendo a disposizione del sistema muscolare un’energia di facile ed immediata assimilazione, contribuendo sia all’aumento della massa muscolare che a ritardare la formazione d’acido lattico, aumentando così il tempo d’utilizzo dei muscoli. 

Arginina: noto al mondo sportivo perché ritenuto essere responsabile dell’aumento della massa muscolare ha effetti importanti sugli ormoni endocrini e in processi di cicatrizzazione e riabilitazione. E’ aminoacido essenziale per i bambini.

Istidina: è molto importante per lo sviluppo tanto da essere considerata aminoacido essenziale nel bambino, nell’adulto è non-essenziale perché prodotta da altri aminoacidi. Ha ruoli nei processi metabolici dell’istamina, che agisce sulle funzioni muscolari e sull’elasticità dei vasi sanguigni. Interviene nel midollo osseo producendo effetti di contrasto ad anemie. Riduce i sintomi da stress e aumenta la libido. Agisce nel conservare efficienti le guaine mieliniche ricoprenti i nervi, incaricate di trasmettere le informazioni elettriche a tutto l’organismo, agisce positivamente sul nervo acustico.

Glicina: ha particolare importanza per essere fonte prima di creatina una proteina che coadiuva la distribuzione energetica in tutto l’organismo istidina.

Glutammina: è preposta a reazioni chimiche importanti, permette l’assunzione della vitamina B12, rallenta il processo degenerativo dell’invecchiamento e contrasta depressione e schizofrenia. Contrasta patologie da dipendenza al bere. 

Idrossiprolina: è importante per il suo ruolo nella sintesi ossea e nella formazione del Collagene, elemento principale della struttura ossea.

Prolina: è necessaria alla formazione d’ossa, cartilagini, vasi sanguigni, articolazioni e cute, è preziosa per mantenere in salute le giunture, i tendini e il cuore e per essere protagonista nei processi di guarigione delle ferite.

Serina: è fondamentale per il ruolo svolto nei processi di metabolizzazione dei lipidi. Produce emoglobine e anticorpi sviluppando attività che potenzia il sistema immunitario. Per caratteristiche costitutive possiede proprietà di aumentare l’idrofilia della cute con conseguente azione idratante ed eudermizzante della pelle.

Gli aminoacidi semi-essenziali sono sintetilizzabili dall’organismo in presenza di metionina e fenilalalina in quantità adeguate al processo.

Cisteina: contenente zolfo è antiossidante, è in grado di disattivare i radicali liberi e proteggere le membrane cellulari da attacchi esterni. Sostenendo le difese dell’organismo dagli agenti esterni inquinanti e ostacolando il processo degenerativo cellulare dovuto all’età, si considera un garante di salute e longevità. Neutralizza i sottoprodotti tossici d’alcool, grassi, fumo e smog.

Tirosina: gli sono attribuite attività inibenti lo stress, antidepressive e stimolanti l’energia psichica e fisica, è indicata nella sindrome premestruale e nella disintossicazione da droghe.

ENZIMI

Gli enzimi sono composti proteici catalizzatori di reazioni biochimiche che accelerano l’azione della rottura dei legami molecolari favorendone la generazione di nuovi, con minor dispendio d’energie necessarie per le reazioni. Rappresentano un altro esempio di sinergia e d’interattività.

Fosfatasi: corresponsabile del sistema di calcificazione ossea e dell’assimilazione delle sostanze nutritive dopo la digestione.

Amilasi: contenuto naturale della saliva e preposto alla prima digestione degli amidi che avviene nel cavo orale, è coinvolto nella scomposizione di zuccheri complessi rendendoli assimilabili, stimola il sistema immunitario.

Bradichinasi: stimolando il sistema immunitario ad aumentare i macrofagi, è protagonista nell’azione antinfiammatoria per la difesa dei tessuti in ogni tipo di trauma od operazione chirurgica. Formidabile analgesico nell’inibire la bradichinina, il maggiore responsabile delle tumefazioni e dei dolori traumatici.  Catalasi: produce ossigeno attivo nei tessuti svolgendo così azione detergente, favorendo la cicatrizzazione e la rivascolizzazione, stimola la produzione di fibroblasti e previene l’accumulo d’acqua nell’organismo.

Cellulasi: aiuta nel processo digestivo della cellulosa così largamente presente nelle fibre alimentari. Alleggerisce inoltre il lavoro dell’apparato digerente svolgendo una predigestione su cibi crudi o non pastorizzati.

Creatina-Fosfochinasi: coinvolto in numerosi processi biochimici è un enzima capace di fornire energia cellulare al sistema muscolare perciò molto usato negli ambiti sportivi professionali.

Lipasi: direttamente coinvolto nell’attività biliare ed epatica vigila sui sovraccarichi di lipidi nel sistema cardiocircolatorio, aiuta la digestione dei grassi contribuendo fortemente alla regolazione dei livelli di trigliceridi e di colesterolo nel sangue, impedendo la generazione d’ostruzioni responsabili d’ipertensione e foriere d’arteriosclerosi. Regola il peso corporeo.

Proteasi: convertono le proteine nei loro elementi costitutivi per mezzo dell’idrolisi. Rende fruibili dall’organismo gli aminoacidi essenziali e secondari fungendo da importante immunostimolante e perciò antitumorale.

Fosfatasi alcalina: strettamente correlato all’assimilazione metabolica dei nutrimenti dopo la digestione coadiuvando con il lavoro di fegato, reni, intestino, è anche corresponsabile nell’azione di calcificazione ossea

Transaminasi sgot-sgpt: la misura della loro presenza rivela le anomalie epatiche in essere, sono due enzimi molto importanti nell’equilibrio metabolico perché strettamente correlati alle funzioni dei due organi primari fegato e cuore. Il loro lavoro si svolge nel sangue ed è di favorire l’assorbimento cellulare e la relativa trasformazione degli zuccheri e dei grassi, fonti principali di nutrimento ed energia per tutto l’organismo.

Acidi grassi: tutti insaturi ed essenziali alla salute.

FOSFOLIPIDI

Colina: produce effetti di maggiore fluidità delle membrane cellulari. Ciò significa migliorare: elasticità di vene e arterie, scambi cellulari e reazioni biochimiche. Essendo elemento della lecitina, è necessaria ai processi metabolici.

Inositolo: è un inibitore di colesterolo e trigliceridi alti e controlla la pressione del sangue, prevenendo malattie cardiovascolari. Limitatamente tranquillante coadiuva nel trattamento d’insonnia e ansia.

LIGNINA-SAPONINE

Lignina: è una sostanza amorfa responsabile dell’indurimento del tessuto vegetale penetra facilmente la pelle e coadiuva alla formazione del giusto corpo fecale.

Saponine: hanno potere purificante, antimicrobico, depurante e antisettico.

ORMONI VEGETALI

Giberelline e auxine: sono due regolatori di fenomeni vitali, stimolano la crescita cellulare e i processi di cicatrizzazione dei tessuti.

STEROIDI VEGETALI

Sono sostanze organiche costituenti la base di molti ormoni e acidi biliari.

Gli steroidi presenti nell’Aloe sono: colesterolo, lupeolo, beta sitosterolo e campesterolo. Hanno azione marcatamente antinfiammatoria come il cortisone, il più noto degli steroidi artificiali, senza però averne effetti collaterali per la concentrazione contenuta.

Il lupeolo ha funzione antisettica e antidolorifica in concentrazioni contenute del quale potente antinfiammatorio.

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