Molte volte mi sono chiesto PERCHE’ in una dieta “equilibrata” vi sono certe percentuali di carboidrati, grassi e proteine e da dove arrivino, e come sono state calcolate certe percentuali. Per i carboidrati, il range percentuale cambia in base all’ente di ricerca consultato ma, “a spanne”, potremmo considerare un intervallo compreso tra il 45 e il 65% dell’energia totale. Volendo stimare la quantità di carboidrati nella dieta sul peso fisiologico invece, potremmo utilizzare un coefficiente di 2,0-2,5 g/kg. La frazione adeguata di grassi nella dieta è del 25% (per gli adulti) o del 30% (per i soggetti in accrescimento) rispetto all’energia totale di un regime normo calorico. Per l’adulto, volendo stimarli sul peso fisiologico, il coefficiente dovrebbe essere di 0,5-1,5 g/kg. Per le proteine, diciamo che, per la popolazione generale, se ne raccomanda più o meno 1,0 g/kg di peso fisiologico (a seconda della fonte bibliografica consultata); oppure il 13% dell’energia normo calorica. FABBISOGNO PROTEICO NELL’ADULTO: NUOVE LINEE GUIDA L’articolo che sto per illustrarvi è uno dei tanti, che spiega perché il concetto di calorie è superato e perché bisogna tenere conto della quantità giornaliera di proteine da assumere durante la giornata per un corretto metabolismo proteico. Questo articolo è uscito nel 2009 SU Nutrition & Metabolism (Nutrition & Metabolism 2009, 6:12) dal titolo “Dietary Guidelines should reflect new understandings about adult protein needs”, “Le linee guida dietetiche dovrebbero riflettere nuove conoscenze sul fabbisogno proteico negli adulti. Gli autori si sono posti certe domante e certe considerazioni sui limiti della RDA. Cosa è la RDA. La RDA (Recommended Daily Allowance), dose giornaliera raccomandata, indica la quantità minima di un nutriente (macronutriente o micronutriente) che nel 97.5% di una popolazione di riferimento (divisa per età e sesso, ma indipendentemente dal peso) è presente in caso di buona salute, evitando ipovitaminosi di rilevanza medica. Dal 1997 negli Stati Uniti d’America è stato inglobato come parte del DRI (Dietary Reference Intake), Assunzione Dietetica di Riferimento. La RDA è strettamente collegata al soddisfacimento del fabbisogno giornaliero, secondo le attuali conoscenze mediche, ma spesso è erroneamente interpretato come “fabbisogno minimo” Ma veniamo all’articolo. Nuovi concetti, da inserire nelle linee guida dietetiche riguardo le proteine: • Le proteine sono una parte critica della dieta degli adulti. • Il fabbisogno proteico è proporzionale al peso corporeo, NON all’apporto energetico. • L’utilizzazione delle proteine negli adulti è legata all’assunzione durante i singoli pasti. • La maggior parte degli adulti trae beneficio da un apporto proteico superiore alla RDA minima. L’articolo pone in evidenza le criticità delle Linee Guida Alimentari nel contesto dell’uso delle proteine nella dieta. • La proteina è una parte critica della dieta per adulti La proteina dovrebbe essere una parte centrale di una dieta completa per gli adulti. Mentre la crescita fisica avviene solo per un breve periodo di vita, la necessità di riparare e rimodellare muscoli e ossa continua per tutta la vita. Mantenere la salute di muscoli e ossa è una parte essenziale del processo di invecchiamento e fondamentale per mantenere la mobilità, la salute e i tessuti attivi del nostro corpo. Le esigenze proteiche diventano più importanti durante periodi di ridotta assunzione di cibo, come la perdita di peso o durante periodi di recupero dopo malattie o durante l’invecchiamento. • Le esigenze proteiche sono proporzionali al peso corporeo; NON all’apporto energetico Le esigenze proteiche per gli adulti sono legate al peso corporeo. Spesso, il fabbisogno proteico alimentare viene presentato come una percentuale dell’apporto energetico. Gli RDA rappresentano la gamma accettabile di proteine come 10% – 35% dell’energia totale. Tuttavia, le esigenze proteiche sono costanti in tutti i livelli di apporto energetico. Quindi, a bassi apporti energetici, le esigenze proteiche devono rappresentare una percentuale più elevata delle calorie totali, mentre a elevati apporti energetici la proteina può essere ridotta come percentuale delle calorie totali. In generale, la proteina alimentare dovrebbe essere stabilita inizialmente in qualsiasi dieta in proporzione al peso corporeo, quindi carboidrati e grassi aggiunti in base alle esigenze energetiche. • L’uso ottimale della proteina per gli adulti è una funzione dell’assunzione ai singoli pasti La proteina è una parte importante di una buona nutrizione in ogni pasto. Le vitamine e i minerali possono soddisfare i bisogni nutritivi su base giornaliera, ma per la proteina il corpo non ha la capacità di conservare un’offerta giornaliera. Per mantenere muscoli e ossa sani negli adulti, dovrebbero essere consumati almeno 30 g di proteine in più di un pasto. La colazione è un pasto importante per la proteina alimentare perché il corpo è in uno stato catabolico dopo un digiuno notturno. Un pasto con almeno 30 g di proteine è necessario per iniziare la ricostituzione delle proteine corporee. La presenza di proteine alla colazione è anche fondamentale per la regolazione dell’appetito e l’apporto alimentare quotidiano. • La maggior parte degli adulti beneficia di un’assunzione di proteine superiore alla RDA Le popolazioni invecchiate affrontano un aumento dell’incidenza di obesità, osteoporosi, diabete di tipo 2, sindrome metabolica, malattie cardiache e sarcopenia, che hanno sollevato nuove questioni sui rapporti alimentari di carboidrati, grassi e proteine per la salute a lungo termine. La RDA rappresenta l’assunzione giornaliera minima per adulti attivi e sani. Per la maggior parte degli adulti, sostituire alcuni carboidrati alimentari con proteine aiuterà a mantenere la composizione corporea e la mobilità, migliorare i lipidi e le lipoproteine del sangue e contribuire a controllare l’assunzione alimentare. La conclusione di questo articolo è che, già quasi 15 anni fa, si era compreso le Linee Guida Alimentari dovevano tener presente le nuove conoscenze sull’importanza delle proteine per un corretto mantenimento della massa muscolare Distribuzione proteica durante i pasti. A) Assunzione di 90 grammi di proteine, distribuiti uniformemente in 3 pasti. B) Assunzione di 90 grammi di proteine distribuite in modo non uniforme durante la giornata. Stimolare la sintesi proteica muscolare al massimo durante i pasti mostrati nella Figura 1A è più probabile che fornisca una risposta anabolica proteica maggiore nell’arco delle 24 ore rispetto alla distribuzione disuguale delle proteine nella Figura 1B. (Adattato da Paddon-Jones & Rassmussen Curr Opin Clin Nutr Metab Care 2009, 12: 86–90.) La salute dell’intestino influenza il cancro al seno e la sua diffusione. Una nuova ricerca (https://doi.org/10.1158/2326-6066.CIR-21-1120) afferma che intestino malsano innesca cambiamenti nel normale tessuto mammario che aiutano il cancro al seno a diffondersi in altre parti del corpo, Il microbioma intestinale – la raccolta di microbi che vivono naturalmente dentro il nostro intestino – può essere interrotto da una dieta scorretta, dall’uso di antibiotici a lungo termine, dall’obesità o da altri fattori. Quando ciò accade, il microbioma malato riprogramma importanti cellule immunitarie nel tessuto mammario sano, chiamate mastociti, per facilitare la diffusione del cancro. La ricerca in questione dimostra che la disbiosi intestinale, un microbioma intestinale malsano e infiammatorio, modifica sistematicamente i tessuti mammari. I mastociti reclutati nell’ambiente tissutale durante la disbiosi ristrutturano l’architettura del tessuto in modo tale che le cellule tumorali metastatizzino verso altri organi. Inoltre, si è scoperto che i mastociti aumentavano la quantità di collagene nel tessuto mammario dei topi e stimolavano la diffusione precoce del cancro. Il blocco del processo che ha portato all’accumulo di mastociti ha impedito entrambi, riducendo significativamente la diffusione del tumore ai polmoni. L’indagine conferma la relazione tra disbiosi, mastociti e rischio di metastasi del tumore al seno, suggerendo di mantenere sempre un intestino sano ed evitare disbiosi prolungate nel tempo. Il protocollo dieto terapico NutriSalus prevede, infatti, come prima azione la pulizia dell’intestino e la sua ripopolazione con un microbioma sano, in grado di abbassare l’infiammazione intestinale (il senso di gonfiore, il senso di aria, digestione difficile ecc.) e ripristinate i giusti batteri sani, in grado di modulare il nostro sistema immunitario. PROTEINE, INDISPENSABILI A DIETA Una recente ricerca (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9396077/) afferma che, la perdita di peso dopo una dieta o un intervento chirurgico, quasi 1/3 del peso perso è costituita da massa magra (FFM) se effettuata senza terapia dietologica appropriata e aggiuntiva. Il significato clinico di questa ricerca sottolinea l’importanza dell’allenamento fisico e di un apporto proteico sufficiente per preservare la FFM durante la perdita di peso negli adulti con obesità. LA DIETA CHETOGENICA E IL MELANOMA Prove crescenti supportano l’uso di diete chetogeniche a basso contenuto di carboidrati/ad alto contenuto di grassi come terapia aggiuntiva contro il cancro. Tuttavia, non è chiaro quali fattori genetici, metabolici o immunologici contribuiscano all’effetto benefico delle diete chetogeniche. La ricerca in oggetto (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9290281/) ha indagato l’effetto delle diete chetogeniche sulla progressione e sul metabolismo di xenotrapianti di melanoma geneticamente e metabolicamente eterogenei, nonché sullo sviluppo di metastasi di melanoma nei topi con un sistema immunitario funzionale. Le diete chetogeniche hanno effettivamente ridotto la crescita del tumore nei topi immuno compromessi. Le diete chetogeniche hanno indotto effetti antitumorali nei confronti del melanoma. Inoltre, le diete chetogeniche hanno influenzato contemporaneamente più vie metaboliche per creare un ambiente sfavorevole alla proliferazione delle cellule del melanoma, supportando il loro potenziale come approccio nutrizionale complementare alla terapia del melanoma. DIETA E DOLORI CRONICI Il recentissimo articolo “The Effect of an Anti-Inflammatory Diet on Chronic Pain: A Pilot Study” pubblicato su Front Nutr. Nel 2023, esplora il legame tra l’alimentazione e il dolore cronico attraverso uno studio pilota. La ricerca considera l’incidenza sempre crescente del dolore cronico nella società contemporanea. Lo studio si concentra sull’adozione di una dieta antinfiammatoria e valuta il suo impatto sui pazienti affetti da dolore cronico. I risultati preliminari suggeriscono che una dieta di questo tipo potrebbe contribuire significativamente al sollievo del dolore. L’articolo fornisce una prospettiva importante nell’ambito della gestione del dolore, considerando l’approccio alimentare come un possibile elemento chiave. In conclusione, I ricercatori hanno trovato una correlazione tra l’aumento dell’assunzione di cibo antinfiammatorio e il miglioramento delle caratteristiche fisiche, dello stress e del dolore nei pazienti valutati. Inoltre, il ridotto consumo di alimenti pro-infiammatori era correlato positivamente con migliorare i sintomi di stress e depressione, oltre a ridurre i disturbi del sonno. DIETA CHETOGENICA E PERDITA DI PESO. In un recente lavoro, pubblicato si Frontiers in Nutrition nel 2022, ha voluto esplorare, tramite studio di metanalisi, gli effetti delle diete chetogeniche a basso contenuto di carboidrati sui fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti in sovrappeso o obesi. Questa ricerca è stata realizzata poiché, in letteratura, ci sono dati limitati sugli effetti delle diete chetogeniche a basso contenuto di carboidrati, sui fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti obesi o in sovrappeso. Alla fine dello studio, si ribadisce la validità delle diete chetogeniche a basso contenuto di carboidrati e che questo regime ha effettivamente permesso di migliorare fattori di rischio cardiovascolare (glicemia, peso ponderale e lipidi nel sangue) nei pazienti obesi od in sovrappeso, in particolare quelli con diabete di Tipo 2. MICROBIOTA E CANCRO AL COLON. Un lavoro recente del 2022, pubblicato su Exp Ther Med ha messo in evidenza, su esperimenti eseguiti su modello murino, come la restrizione calorica possa modificare il microbiota intestinale permettendogli di inibire la crescita e la proliferazione di cellule tumorali intestinali, regolando l’apoptosi, o morte programmata delle cellule cancerose. Il cancro del colon-retto è uno dei tumori più comuni al mondo, e la principale causa è una cattiva e non corretta alimentazione. Una dieta a restrizione calorica è quindi in grado di rallentare la crescita del tumore perché modifica il microbioma, aumentando i batteri benefici, come i Lactobacillus. CAMMINARE E SALUTE CARDIOVASCOLARE Un altro articolo, ancora più recente ed uscito a Agosto 2023 su European Journal of Preventive Cardiology (2023) 00, 1–11 https://doi.org/10.1093/eurjpc/zwad229, esamina il legame tra il numero di passi giornalieri e la mortalità per tutte le cause e le malattie cardiovascolari. Attraverso un’analisi meta-analitica, gli autori aggregano dati provenienti da studi diversi per valutare l’effetto del livello di attività fisica, misurato in passi al giorno, sulla mortalità. L’articolo suggerisce che un aumento del numero di passi giornalieri è associato a una riduzione significativa del rischio di mortalità da tutte le cause e dalle malattie cardiovascolari. Questo implica che anche piccoli cambiamenti nell’attività fisica quotidiana possono avere benefici rilevanti sulla salute cardiaca e globale. Tuttavia, è importante considerare che la correlazione osservata potrebbe essere influenzata da variabili aggiuntive quali la qualità generale dello stile di vita, l’età e lo stato di salute iniziale dei partecipanti. Nonostante ciò, l’articolo offre una visione complessiva e utile sull’importanza dell’attività fisica regolare nella promozione della salute cardiovascolare e nella riduzione della mortalità generale. Tenere sotto controllo lo stato glicemico ed una attività fisica moderata, adatta a tutti ed a tutte le età, può portare ad un miglioramento dello stato del benessere e della cognizione celebrale.
Dott. Angelo De Martino