Che Cos’è la SEPSI
Oggi vogliamo soffermarci su un tema di preoccupante attualità: La sepsi
La sepsi rappresenta un’emergenza sanitaria in costante aumento. Nel mondo ogni anno 20-30 milioni di persone si ammalano di sepsi. Solo in Italia 250.000 casi di cui 1 su 4 non sopravvive, per un totale di 60mila morti l’anno.
Quando si parla di sepsi, in genere, la gente non sa di cosa si tratta. Qualcuno immagina sia un’infezione altri ne comprendono la gravità accomunandola alla Setticemia.
La sepsi è la conseguenza di una grave risposta dell’organismo a un’infezione che danneggia tessuti e organi. Se non diagnosticata precocemente e trattata tempestivamente può avere esito fatale.
Questa emergenza è legata a doppio filo ad altri due problemi: le multi-resistenze e le infezioni ospedaliere. Le infezioni nosocomiali sopraggiungono in circa il 5-7% dei pazienti ricoverati negli ospedali italiani (fino al 15% nei reparti di terapia intensiva), 500-700mila casi in totale, con una mortalità del 3%.
Questa malattia, da sempre gravata da un’elevata mortalità e morbilità, ha subito negli ultimi anni una escalation intermini sia di incidenza che di mortalità a causa di un fenomeno inarrestabile: la Antibiotico Resistenza.
L’uso improprio o eccessivo di antibiotici è alla base dell’aumento del fenomeno della resistenza a questi farmaci. Determina, infatti, la selezione di ceppi di batteri multi-resistenti, specialmente all’interno delle strutture sanitarie.
Ogni Ospedale si è fornito di personale specializzato in Infettivologia ed Epidemiologia per arginare il grave fenomeno.
Quindi, una malattia pericolosa, per cui è opportuno intervenire tempestivamente. Le linee guida internazionali pongono l’accento su alcuni dettagli fondamentali:
E’ una malattia tempo dipendente quindi più tempo passa dall’esordio dei sintomi alla cura efficace più aumenta la mortalità.
Già entro due ore dall’esordio devono essere effettuati degli esami specifici prima di intraprendere una terapia antibiotica empirica e a largo spettro.
Le società AMCLI, FADOI, SIAARTI, SIM, SIMEU e SIMIT raccomandano che la diagnosi in poche ore delle infezioni batteriche diventi opportunità concreta nei nostri ospedali. Salva vite umane, limita gli effetti collaterali degli antibiotici e riduce le resistenze che entro il 2050 causeranno più vittime del cancro.
«Quando parliamo di sepsi e shock settico ci riferiamo a malattie “tempo dipendenti”.
Per intenderci sono malattie tempo-dipendenti tutte quelle malattie dove tra l’insorgenza dell’evento e l’inizio della cura più passa tempo più la patologia in questione condiziona l’evoluzione, le complicanze, la prognosi e la mortalità. Esempi di patologie “Tempo-dipendenti” sono l’infarto miocardico, la dissecazione aortica, il trauma spinale, il paziente politraumatizzato.
Quando si ha a che fare con queste patologie non è più cosi determinante la bontà delle cure ma la loro precocità. Quindi sono sfide che si giocano a livello organizzativo.
In molti grandi ospedali ormai, seguendo le raccomandazioni delle linee guida internazionali, si sono venuti a formare i Sepsi Team ovvero gruppi di specialisti di alcune discipline chiave per questa patologia che sono in grado di fornire precisi orientamenti diagnostici e terapeutici appena la patologia si presenta in ospedale. Sono sempre rintracciabili generalmente via telefono e forniscono anche supporti organizzativo o multidisciplinare in base alla gravità del caso. Fanno sempre parte del Team almenno un infettivologo, un rianimatore, un nefrologo, un chirurgo ed un componente del servizio di epidemiologia.
Accorciare i tempi di passaggio dalla cosiddetta terapia empirica ragionata a quella ottimale, ovvero specifica rispetto al batterio che ha causato l’infezione, riduce la mortalità da Sepsi e Shock settico. Infatti, si stima che questa aumenti fino al 7% al trascorrere di ogni ora in cui il paziente è sottoposto a un trattamento antibiotico non appropriato».
I sintomi
I sintomi della sepsi includono tachicardia ( più di 90 battiti al minuto a riposo) tachipnea (aumento della frequenza respiratoria) numero di globuli bianchi troppo alti o troppo bassi e temperatura corporea troppo alta o troppo bassa. Possono essere, inoltre, presenti ferite con pus – che possono essere la causa della patologia – disuria o tosse produttiva. Negli anziani possono, poi, verificarsi debolezza, confusione, e sintomi talvolta subdoli ; nei bambini, invece, i sintomi sono simili a quelli degli adulti con febbre, segni vitali anomali, convulsioni, vomito, letargia e diuresi ridotta. Nei casi più gravi, Shock Settico la pelle è marezzata (pelle a chiazze) , diminuzione delle piastrine, difficoltà respiratorie, ridotta produzione di urina e pressione sanguigna molto bassa.
Le complicazioni
La sepsi può provocare diverse complicazioni: questa può essere considerata grave quando si verificano danni agli organi. Può, inoltre, condurre a shock settico, morte dei tessuti – ovvero, a cancrena – e, successivamente, a morte: è, quindi, di fondamentale importanza agire, tempestivamente, con la cura adatta. Con il peggioramento della condizione medica, il sangue ha maggiori difficoltà a raggiungere gli organi vitali come, ad esempio, il cuore, il cervello e i reni.
Le cause
Questa malattia può essere dovuta, nella maggior parte dei casi, a infezioni batteriche, infezioni fungine, infezioni del sangue, infezioni renali e infezioni addominali. Più raramente, si verificano casi di sepsi dovuti ad altre cause, come polmonite o indebolimento del sistema immunitario causato da terapie antitumorali, dal virus HIV – importante da prevenire – o altri fattori.
Spesso nell’anziano infezioni delle vie urinarie possono causare pielonefriti e sviluppare in poche ore quadri drammatici e spesso irreversibili di Shock settico.
La prevenzione
Importante è fare della prevenzione: sono, infatti, diversi i fattori di rischio che non vanno sottovalutati. Come poter agire? Riducendo il rischio di contrarre infezioni, ovvero curando l’igiene – lavandosi le mani ed evitando le fonti di infezioni – e vaccinandosi. Inoltre, se si presentano infezioni, una cura tempestiva è il miglior modo per prevenire la sepsi.
La diagnosi
Alla comparsa di segni e sintomi, occorre contattare immediatamente il medico che – tramite una serie di analisi ed esami – stabilirà la diagnosi e, dunque, la terapia più adatta al caso specifico. Di fondamentale importanza sono i test di laboratorio, gli esami dei globuli bianchi e quelli della frequenza respiratoria, oltre che radiografia, TAC, ecografia e risonanza magnetica. Gli esami servono ad escludere la presenza di altre malattie e ad identificare il tipo di infezione. L’esame più importante per indirizzare una terapia antibiotica specifica e mirata è l’emocoltura che consiste nel cercare nel sangue il germe che ha causato questa abnorme risposta dell’organismo.
Nelle forme più gravi poi questo germe produce tossine che danneggiano gli organi vitali: cuore, polmone, encefalo rene fegato. Il danno avviene direttamente per la loro azione tossica o indirettamente attraverso la reazione che l’organismo produce per cercare di frenare questa vera e propria intossicazione attraverso alcune sostanze come il Complemento,Citochine ecc.
La cura
Quali sono i rimedi contro la sepsi? La cura dipende dalla causa scatenante. Spesso, tale disturbo va trattato con il ricovero ospedaliero immediato, tramite la somministrazione di farmaci antibiotici per via endovenosa e altre terapie mirate alla cura delle disfunzioni degli organi colpiti. Se vi è un focolaio di infezione tipo infezione renale, gangrena ad una gamba appendicite avanzata l’intervento chirurgico diventa fondamentale per rimuovere o drenare la fonte dell’infezione: Esempio in caso di gangrena ad una gamba potrebbe essere necessario ricorrere all’amputazione degli arti.
In caso di grave sepsi o shock settico, è necessario il ricovero in Terapia Intensiva, dove potrebbero essere attuate delle procedure di rianimazione che comprendono il monitoraggio avanzato delle funzioni vitali più l’apporto di farmaci per supportare il cuore , ventilazione meccanica per stabilizzare la funzionalità respiratoria. Spesso è necessario ricorrere a dialisi o alcune forme simili alla dialisi per rimuovere le sostanze tossiche che l’organismo non riesce ad eliminare.
La prognosi
Infine, la prognosi dipende da diversi fattori: ad esempio, dalla tempestività di intervento e dalla gravità della malattia, oltre che dall’età e dallo stato di salute del paziente. Possono, inoltre, insorgere delle complicazioni legate alla sepsi e la morte sopraggiunge, generalmente, a causa delle disfunzioni degli organi. Il tasso di mortalità, in caso di grave sepsi, si avvicina al 50 per cento.
I medici rimarcano l’importanza della prevenzione della sepsi, conosciuta più come setticemia, che provoca la morte di una persona ogni tre secondi nel mondo. Prevenzione è il termine corretto poiché si tratta di una condizione evitabile che colpisce centinaia di migliaia di persone, in particolare anziani o soggetti immunocompressi, e consiste in una reazione immunitaria spropositata. A livello globale il numero di pazienti si aggira intorno ai 30 milioni, di cui 6 sono neonati o bimbi piccoli, mentre 100.000 sono le neo mamme.
Quando parliamo di sepsi, spiegano gli scienziati, ci riferiamo ad una condizione più comune degli infarti che si presenta troppo spesso tra i pazienti che si trovano in ospedale presso le Unità di Terapia Intensiva (UTI o ICU), anche se è frequente il ricovero in queste unità proprio a causa della sepsi. Secondo i dati dell’Associazione Microbiologi Italiani (AMCLI) e SIAARTI (società Italiana di anestesia Rianimazione Terapia Intensiva) nel mondo circa un terzo dei pazienti in terapia intensiva è affetto da setticemia. “In Italia sono 250mila i casi di sepsi l’anno.
Appare dunque evidente quanto sia importante ridurre al minimo il rischio di contagio ed intervenire per tempo attraverso adeguate cure antibiotiche.
Prevenzione
L’uso indiscriminato di antibiotici deve essere fermato.
Un altro passo nella riduzione del numero di morti derivanti dalla sepsi è impedire la resistenza dei batteri agli antibiotici. L’uso eccessivo di antibiotici in regime di day hospital nel corso degli ultimi anni ha portato ad un drastico aumento di presenza di batteri resistenti agli antibiotici. Questo vale per i batteri sulla pelle (batteri gram-positivi, ad esempio MRSA), ma anche di batteri fecali (batteri gram-negativi, ad esempio ESBL). Il pericolo rappresentato dai batteri sulla pelle (MRSA) è enormemente sopravvalutato, in quanto possono essere trattati abbastanza facilmente nella maggior parte dei casi. Misure idonee a prevenire la resistenza includono l’uso mirato e prudente degli antibiotici, che oggi vengono spesso erroneamente prescritti per le infezioni virali. Regimi di antibiotici in regime di day hospital e altre strutture sanitarie sono spesso troppo lunghi, il che aiuta anche a favorire la resistenza.
Igiene delle mani
L’igiene delle mani è il singolo fattore più importante nel ridurre il rischio di sepsi in strutture sanitarie. Almeno il 20% dei casi di sepsi contratte nelle strutture sanitarie sono prevenibili attraverso il rigoroso rispetto delle norme igieniche. Questo è un passo fondamentale nel ridurre l’incidenza di sepsi. La pratica più importante per i medici, operatori sanitari e visitatori è costantemente lavarsi le mani con gel disinfettante a base di alcool prima e dopo il contatto con un paziente.
Sepsi e Vaccinazione
Vaccinare i bambini protegge i loro nonni. I bambini e gli anziani sono più suscettibili alle infezioni da pneumococco. Questo batterio può portare a polmonite, infezioni dell’orecchio medio, sinusite, meningite e sepsi. Oggi ci sono vaccini efficaci per i bambini piccoli che portano l’immunità agli pneumococci principalmente patogeni. La vaccinazione dei bambini conduce ad un meccanismo più grande conosciuto come “immunità di gregge”, interrompendo catene di infezione e conseguente minor numero di infezioni da pneumococco, anche tra quelli non vaccinati. I pazienti senza milza devono essere vaccinati e istruiti sul loro rischio di infezione. Le vaccinazioni contro pneumococco, e batteri come meningococco e haemophilus, sono particolarmente importanti per i pazienti che hanno perso la milza o che sono nati senza milza perfettamente funzionante. Queste persone hanno un rischio maggiore di sviluppare sepsi e questo rischio rimane per tutta la vita. Purtroppo, la maggior parte di queste persone non sono stati correttamente vaccinati contro i batteri che possono scatenare la sepsi e non sono stati istruiti circa il loro rischio. Inoltre, richiedono un trattamento profilattico con antibiotici prima dell’intervento chirurgico, ma che è di solito trascurato.
Si prevede che entro il 2050 nel mondo ogni anno 10 milioni di persone moriranno per infezioni resistenti agli antibiotici, più delle vittime del cancro (8,2 milioni) e degli incidenti stradali (1,2 milioni) messe insieme. Si calcola, inoltre, che addirittura 1 paziente su 2 muoia in seguito a infezione nosocomiale sostenuta da batteri multi-resistenti. Per contrastare questo fenomeno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi raccomandano il ricorso a strumenti diagnostici che permettano una diagnosi più precoce e precisa, in grado anche di limitare fortemente l’utilizzo inappropriato degli antibiotici.
«I pazienti critici che necessitano di cure intensive nei reparti di anestesia e rianimazione sono esposti a un più alto rischio di contrarre infezioni che possono mettere a rischio la loro sopravvivenza – afferma Antonio Corcione, presidente SIAARTI, Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva. – Ridurre di 2 giorni le ospedalizzazioni, grazie a una risposta immediata dei test diagnostici di suscettibilità antimicrobica, significa limitare l’esposizione al rischio di infezioni in ambiente ospedaliero e, al tempo stesso, i costi dei ricoveri. In tal senso, l’innovazione tecnologica va considerata come un driver dell’appropriatezza, in grado di migliorare la salute delle persone e salvare vite umane, ma anche consentire risparmi grazie a processi di cura più efficaci».
La giornata mondiale della sepsi
La giornata mondiale della sepsi, che si celebra ogni anno il 13 settembre, è l’occasione per molte società scientifiche per ribadire la portata di questi fenomeni e sollecitare contromisure efficaci e sostenibili.
Quest’anno il 13 Settembre si è celebrata la Giornata Mondiale della SEPSI per divulgare meglio la conoscenza di questa patologia e stigmatizzare alcuni aspetti che ne caratterizzano l’elevata incidenza e mortalità.
Coinvolte all’iniziativa numerose società scientifiche ed associazioni di Medici. Tra queste ricordiamo:
- SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva)
- SIMEU (Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza)
- FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti)
- AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani)
- SIM (Società Italiana di Microbiologia)
- SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali)
Dr. Enzo Primerano