Un elevato numero di persone guarite dall’infezione, soffrono di molti sintomi persistenti. Sono problematiche che in molti casi permangono per diversi mesi dopo la guarigione e che quindi possono risultare debilitanti, abbassando la qualità di vita e impattando sulle capacità lavorative delle persone.
Ci sono molti studi in corso per cercare di comprendere le cause di questi sintomi.
Sebbene gli aspetti del long covid ricordano quelle della post Sars e della post Mers, in realtà questi sintomi clinici e di laboratorio associati al long covid sembrano essere proteiformi e coinvolgono diversi sistemi di organi.
Le manifestazioni più comuni della sindrome post-COVID-19 sono sistemiche (stanchezza e scarsa concentrazione), neuropsichiatriche (anomalie del sonno, mal di testa cronico, “nebbia cerebrale”, difetti della memoria, disturbi dell’umore e sindromi dolorose), cardiache (palpitazioni, sincope, aritmie e sintomi posturali) e respiratori (dispnea e tosse).
La gravità della risposta infiammatoria a nuove minacce infettive può portare a ritardi o difetti nella risoluzione dell’infiammazione, il che può spiegare la persistenza dei sintomi, in particolare nei siti infettivi come il polmone o le vie respiratorie superiori e la loro natura sistemica.
La risoluzione ritardata dell’infiammazione, dell’autoimmunità e della persistenza virale rappresenta meccanismi sovrapposti che possono contribuire alla patogenesi delle sindromi post-COVID-19.
L’aumento persistente delle citochine pro-infiammatorie come IL-6, IL-1β e TNF può avere molteplici effetti sistemici e organo-specifici che potrebbero essere potenzialmente associati alle manifestazioni della sindrome post-COVID-19. Questi includono alterato rimodellamento cardiaco, aritmie cardiache, neuro infiammazione, neuro degenerazione, danno renale, insulino-resistenza periferica, riassorbimento osseo e caduta dei capelli. Pertanto, la quantificazione obiettiva delle citochine pro-infiammatorie può aiutare a identificare i pazienti con infiammazione sistemica persistente come causa di manifestazioni sindromiche post-COVID-19.
Infine, uno studio recente, che ha riferito sul “recupero immunologico” dopo COVID-19, ha rilevato anomalie immunologiche persistenti, tra cui l’aumento delle frequenze dei linfociti T e B effettrici e l’attivazione delle vie metaboliche correlate alla fosforilazione ossidativa, alle specie reattive dell’ossigeno e all’eme. Il danno cellulare può essere amplificato dai processi di lisi virale, che demoliscono gli enzimi Eme (caratterizzati dalla presenza di atomi di Ferro al loro interno e fondamentali sia per la produzione di energia sia per l’effetto detossificante contro specifiche molecole e contro i radicali liberi dell’ossigeno) e liberano le molecole di Ferro, innescando una reazione che genera la morte cellulare indipendentemente dall’infezione virale: la cosiddetta ferro-apoptosi.
Dalla nostra piccola esperienza, i pazienti affetti da sindrome post-Covid sono molti.
Per un recupero ottimale di tali pazienti è dunque necessario un appropriato percorso terapeutico, però mi sembra importante fare una considerazione: Il Long Covid è in realtà una manifestazione clinica di alterazioni che pre-esistevano al Covid e che poi continuano ad accompagnare il paziente, in forma magari più intensa. Se ci si ferma solo ad analizzare ogni singolo sintomo di chi soffre di Long Covid, non si arriverà mai ad una spiegazione utile alla persona e ci si dovrà limitare ad interventi settoriali e sintomatici su qualche singolo disturbo. Questo è l’errore che viene fatto ancora nella medicina che cura il sintomo e non la persona nel suo complesso.
Ricordiamoci che si può essere in presenza di patologie di tipo autoimmune, artriti, diabete, malattie neurodegenerative, psichiatriche etc. che vanno affrontate solo con l’aiuto medico.
Come si può notare da queste brevi considerazioni, il problema è serio e va affrontato in modo serio.
Per farlo, come farmacista, cerco di aiutare con poche e semplici azioni:
- Controllare tramite analisi questi valori:
Emocromo con valutazione della cinetica del Ferro, PCR per testare il grado di infiammazione, Albuminemia per quantificare l’alterazione del metabolismo proteico e, infine, dosaggio di vitamine importanti per il metabolismo proteico, come la D, la B12, la B6 e l’acido folico, CPK.
- IGg e IGm di CMV, EBV, Herpes 1 e 2, Varicella zoster, Rosolia per verificare se certi sintomi sono dovuti ad una presenza di riattivazione dei succitati virus.
- Consigliare integratori di aminoacidi essenziali, PEA, Coenzima Q10, Curcuma, L-Arginina, Vit C liposomiale.
- Somministrazione di probiotici e/o pulizia intestinale per riequilibrare flora batterica intestinale.
- Correzione delle abitudini alimentari consigliando in primis di limitare uso di carboidrati semplici e complessi. Importante per modulare le risposte infiammatorie e glicazione.
- Aiuto nelle complicanze di insonnia, ansia etc. con prodotti fitoterapici, fototerapici, omeopatici.
Dr. Corrado Sacripanti